Numero CCLXXXV (285) - 29 dicembre 2012
Dato che la direzione della Fraternità San Pio X sembra vacillare, i cattolici che amano la Fraternità, perché da essa hanno ricevuto tanto negli anni, potrebbero essere tentati di pensare che, come semplici fedeli, non possano fare tanto per essa. Se è così, si sbaglierebbero. Vogliano leggere le seguenti riflessioni di un mio amico, tra le cui righe si può capire che se Dio non salva la Fraternità per loro, cosa che certo potrebbe fare, la rovina della Fraternità dipenderà almeno in parte da loro. Quanto segue è un adattamento della lettera del mio amico:-
“Un accordo pratico sarebbe rovinoso per la causa della Tradizione cattolica. Basta guardare a quanto è accaduto ai Redentoristi tradizionali in Scozia⦠Le due Messe non possono coesistere. L'una scaccerà sempre l'altra⦠Ho partecipato di recente ad una Messa NovusOrdo . L'intera chiesa era pervasa da parlottii e applausi continui⦠Le due parti sono semplicemente troppo distanti per un lavoro in comune. Nessun comune intento è possibile tra modernità e Tradizione.
“Vi è poi la profonda rivoluzione che ha travolto la civiltà moderna, compreso il movimento tradizionale, e che in gran parte è stata trascurata dalla direzione della Tradizione⦠La tecnologia elettronica ha prodotto uno sconvolgimento culturale nelle nostre vite, specialmente delle giovani generazioni. Se questa tecnologia non viene governata correttamente, di certo indebolisce la fede, perché può coinvolgere l'intera vita delle persone. Sovente i giovani ne sono catturati.Si attaccano ad essa per l'intera giornata. E le persone che se ne lasciano inghiottire perdono l'equilibrio, diventano incapaci di svegliarsi al mattino, di tenere una conversazione dal vivo o di mantenere un lavoro.
“Ora, se una compagine sportiva non viene ammonita dal suo allenatore, i suoi standard di giuoco incominciano a venir meno. Se i cattolici non vengono ammoniti sulle questioni culturali, come la musica, l'abbigliamento femminile o l'uso della televisione, i loro standard culturali cominciano a decadere, cosa che comporta profonde implicazioni sulla loro fede. Poiché la direzione della FSSPX ha trascurato questa rivoluzione culturale o non le presta la dovuta attenzione, i genitori tradizionali sono lasciati soli con le loro famiglie nella lotta per tenere fuori dalle loro case la mondanità del mondo moderno,. Ho avuto molte lunghe discussioni con delle famiglie tradizionali che sono preoccupate per il modo in cui si sta evolvendo il movimento tradizionale. Se i movimenti religiosi vogliono prosperare, devono prendere posizione sulle questioni culturali. La Tradizione si è rafforzata quando ha deciso di prendere posizione sulla televisione. Ma se non si prende posizione sulle questioni culturali, ben presto la tenuta delle posizioni dottrinali si indebolisce .
“L'ultimo Capitolo della FSSPX può aver impedito per il momento che essa cadesse nel baratro, ma questo non mi conforta molto. Esso ha prestato molta attenzione alla definizione di parametri relativi a delle future discussioni con Roma in vista di un accordo. Eppure Roma sostanzialmente non è cambiata dal 1988. A mio parere, la FSSPX ha bisogno di recuperare il ruolo profetico che la contraddistingueva quando era ancora in vita Mons. Lefebvre. Il movimento tradizionale ha bisogno di denunciare con forza il modernismo e il liberalismo che stanno portando alla distruzione la Chiesa cattolica. Ultimamente, questa denuncia è stata messa in sordina. Forse molti sacerdoti tradizionali sono distratti dai conforti che pensano di poter acquisire da un accordo con Roma.”
Sta a voi, cari lettori. Nelle vostre case, basta con la musica di scarto e priva di valore. Sbarazzatevi della televisione. Riducete al minimo l'elettronica. Madri, indossate le gonne tutte le volte che è possibile, cioè per la gran parte del tempo. Altrimenti, non ci si lamenti se Dio non salva la Fraternità. Egli non impone i Suoi doni ad alcuno. Sia benedetto il Suo Nome per sempre.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXXIV (284) - 22 dicembre 2012
Il richiamo del Divino Bambino tra le braccia della sua Vergine Madre, fa ancora del Natale la più popolare delle feste cristiane, ma come il mondo si allontana da Dio, così il cuore e l'anima della scena della Natività si dissolvono, e i sentimenti natalizi diventano sempre più falsi. In verità, la Cristianità è dissolta. Con la liturgia della Madre Chiesa è tempo di tornare agli anni prima di Cristo, quando gli uomini saggi gioivano intensamente nell'attesa della sua venuta. Per loro, essa sola dava senso all'infelicità del genere umano sempre più devastato dalle conseguenze del peccato originale. Essa era la loro grande speranza che non poteva essere scossa. Il Cristo sarebbe venuto e con Lui le porte del Paradiso si sarebbero aperte di nuovo per le anime di buona volontà. Ecco di seguito le antifone della quarta Domenica di Avvento, composte con testi del Vecchio Testamento.
“ Suonate la tromba in Sion, perché il giorno del Signore è vicino: ecco, Egli viene a salvarci, allelúja, allelúja .” Se gli uomini non vogliono essere salvati, allora a mala pena possono capire perché sono nati e moriranno in un maggiore o minore grado di disperazione. Ma se vogliamo essere felici per tutta l'eternità, e se sappiamo che solo Gesù Cristo rende possibile questo, oh, come dobbiamo rallegrarci che Egli sia venuto!
“ Ecco, viene il desiderato da tutte le genti: e la casa del Signore sarà piena di gloria, allelúja .” Come il peccato originale è universale, così i Magi vennero da terre straniere e lontane per adorare il loro Salvatore a Betlemme, e sarebbero venuti da tutte le nazioni del mondo per il desiderio di Lui. Così, da allora i cristiani vengono da tutte le nazioni per trovare il loro Salvatore nella Sua Chiesa Cattolica, che hanno riempita con la gloria di cerimonie, di edifici, di paramenti, di arte e di musica, tutti bellissimi, fin da allora.
“ Lo storto diventa diritto, e le vie accidentate si appianano: vieni, o Signore, e non tardare .” Quattromila anni dopo la caduta di Adamo ed Eva, il mondo era diventato abbastanza storto. Duemila anni fa, con la nascita di Nostro Signore ebbe inizio la più sorprendente trasformazione del genere umano. Per secoli abbiamo dato per scontato che le vie piane della civiltà sarebbero rimaste tali, ma con il rifiuto di Cristo da parte degli uomini, quelle vie sono tornate ad essere più accidentate che mai – basta leggere un qualunque quotidiano. Vieni, o Signore, ritorna, e non tardare, perché altrimenti ci divoreremo l'un l'altro come bestie feroci.
“ Il Signore viene, correteGli incontro dicendo: Grande è il suo inizio, e il suo regno non avrà fine: è Dio, Potente, Dominatore, Principe della pace, allelúja, allelúja .” Forse è con queste parole che i Magi salutarono il Cristo Bambino che trovarono dopo un lungo viaggio. I convertiti di oggi, dopo lunghi travagli nei deserti dell'empietà, possono ancora trovare parole simili per ricordarci come dev'essere accolto il Bambino nel presepe. Senza di Lui il mondo non può avere pace, e si trova sull'orlo di un'altra guerra terribile. O Divino Bambino, vieni, non tardare, o saremo perduti.
“ La tua Parola onnipotente, o Signore, giungerà dal trono reale, allelúja .” Cristo che nasce è la Seconda Persona della Santissima Trinità, Egli discende dall'alto dei Cieli, si riveste della debole natura umana, nasce da una Madre umana, per riscattarci dalla schiavitù del Diavolo e riaprire le porte del Paradiso alle anime di buona volontà, pronte a credere. O Divino Bambino, io credo. Aiuta Tu la mia incredulità e nella Festa della tua nascita aiuta con speciali grazie milioni e milioni di anime incredule.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXXIII (283) - 15 dicembre 2012
Così ho lasciato Wimbledon, cosa che almeno corrisponde alla realtà della mia supposta “espulsione” dalla Fraternità San Pio X. Ma questo non senza tristezza, perché qui ho trascorso quasi quattro anni dopo la mia reale espulsione dall'Argentina, e sono stati anni felici, nonostante tutto. Forse la felicità maggiore è stata l'essere in compagnia dei sacerdoti della sede del Distretto inglese della FSSPX, la St. George's House. Essi sono stati un'ottima compagnia. Che Dio benedica ognuno di loro.
Tuttavia, una cosa devo dirla. La gente mi chiede perché lascio la Fraternità. Ma io non ho lasciato la Fraternità, è la Fraternità che ha lasciato me, abbandonando i principi per i quali io vi avevo aderito. Ancora una volta, il parallelo col Vaticano II è corretto. Come innumerevoli cattolici, sacerdoti, religiosi e laici, furono abbandonati dagli uomini di Chiesa che nel 1960 optarono per il Concilio, così numerosi fedeli, sacerdoti e laici, sono stati abbandonati nel 2010 dai capi della Fraternità con il loro volere la pace con i loro “nuovi amici di Roma” – espressione usata dal primo Assistente della Fraternità. Per chi sa vedere, la cecità è sorprendente. Per chi non sa vedere, è tutto normale. Che Dio abbia pietà di loro. Credo che questi capi non abbiano mai capito alcunché di Mons. Lefebvre. Sono figli del mondo moderno.
La sola ragione sostanziale che hanno avanzato per questa loro “espulsione” è stata la mia disobbedienza. Ma la sola sostanziale disobbedienza da parte mia è stata il mio ripetuto rifiuto di chiudere questi “Commenti Eleison”. Eppure, quando in due occasioni ho chiesto al Superiore generale di specificare quali precisi numeri dei “Commenti” fossero così problematici, egli non ha dato una risposta, indubbiamente perché avrebbe dovuto mostrare che il problema vero era solo il contenuto, e cioè la mia risoluta opposizione al suo avvicinamento suicida alla Roma conciliare. Invece si continua a far finta che il problema sia disciplinare, così da distogliere l'attenzione dal problema reale. E io non sono il primo sacerdote, e non sarò l'ultimo, che egli tratta in questo modo. Che Dio lo illumini. Egli rischia non poco cacciando molti dei suoi veri amici per far piacere ai suoi veri n emici, esattamente come fece Paolo VI con Mons. Lefebvre. I paralleli non finiscono mai. La neo-Chiesa e la neo-Fraternità sono la stessa malattia dei nostri tempi.
E adesso? Ho preso in prestito l'appartamento di un amico nelle vicinanze di Londra, per un paio di settimane al massimo, per qualche mese nel peggiore dei casi, fino a quando non troverò un immobile adatto in affitto per 6 o 12 mesi. A questo punto non credo di poter definire ancora una sistemazione definitiva. Ahimè, non sarà facile prendere contatto, perché il mio amico dev'essere discreto, dovendosi preoccupare per i suoi vicini. Comunque la lentezza della posta permetterà di raggiungermi attraverso P.O. Box 423, Deal CT14 4BF, England (ma per favore non inviate cartoline di Natale, io non ne mando). Dal 13 dicembre al 3 gennaio ho programmato di fare una visita apostolica in Canada e negli USA, Deo volente , e subito dopo una visita in Francia per la festa dell'Epifania.
Cambieranno anche alcuni aspetti di come verranno pubblicati i miei interventi e i miei scritti. La forma e il modo della pubblicazione dei “Commenti Eleison” potrà cambiare, ma mi auguro che non cambi la loro pubblicazione al sabato, né a dicembre, né nel nuovo anno. Grazie a tutti per i vostri contributi alla St. Marcel Initiative. Se può interessarvi, posso promettervi che non sono stati traviati.
Buon Natale.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXXII (282) - 08 dicembre 2012
Una conoscenza mia mi ha mandato di recente una copia di una circolare inviata a certi sacerdoti della FSSPX dal quartier generale (QG) della stessa, contenente una spiegazione ufficiale di cinque osservazioni possibilmente preoccupanti del Superiore Generale (SG) della FSSPX. La conoscenza ha chiesto il mio parere. Onestamente, io penso che i sacerdoti della FSSPX dovrebbero essere non meno turbati. Molto brevemente, ecco i perché:-
In primo luogo, a maggio, in Austria, il SG ha detto che la FSSPX ha bisogno di ripensare le sue relazioni con Roma. Il QG spiega che in questo non c'è stato alcun cambiamento della posizione della FSSPX rispetto alla neo-Roma, ma solo un invito ai membri della FSSPX perché riconoscano che non tutto quello che dicono i neo-romani è sbagliato. Tuttavia, i sacerdoti che hanno ascoltato le parole originali dette in Austria, hanno capito che il SG ha voluto dire esattamente ciò che aveva scritto il marzo scorso nel giornale interno della Fraternità ( Cor unum ), e cioè che la “nuova situazione” nella Chiesa, “richiede che noi si assuma una nuova posizione rispetto alla Chiesa ufficiale”, perché dal 2006 “abbiamo assistito ad uno sviluppo nella Chiesa”. Il QG ha una spiegazione per queste parole scritte dal SG?
In secondo luogo, nella stessa occasione, si è sentito affermare dal SG che il potenziale accordo con Roma comporterebbe che ogni cappella con meno di tre anni verrebbe demolita. Il QG spiega che in effetti il SG ha detto che dove la FSSPX dice Messa da più di tre anni, potrebbe essere istituita una cappella. Tuttavia, il SG ha anche detto che laddove la FSSPX ha esercitato il ministero per meno di tre anni, potrebbe continuare a farlo in privato, il che significa che ogni edificio pubblico dev'essere per lo meno abbandonato.
In terzo luogo, sull'emittente CNS, sempre a maggio, il SG ha parlato di libertà religiosa “molto, molto limitata”. Il QG spiega che il SG parlava di “vera libertà religiosa”, che è quanto la Chiesa ha sempre insegnato, vale a dire del diritto limitato alla religione cattolica. Tuttavia, le parole originali del SG pronunciate su CNS sono più che chiare, come può verificare chiunque su internet: “ Il Concilio ha presentato una libertà religiosa che in effetti è molto, molto limitata – molto limitata”. Il QG, avrebbe bisognodi fornire qui una seconda spiegazione, per dimostrare che la prima non fosse, quanto meno, un errore?
In quarto luogo, a settembre, a Ecône, il SG ha ammesso di essersi sbagliato nei suoi approcci con Roma. Il QG spiega che l'errore riguarda solo un “punto ben preciso e limitato”: se il Papa insistesse o meno sull'accettazione del Concilio da parte della FSSPX. Tuttavia, questa insistenza sul Concilio (compresa la nuova Messa) è l'elemento portante della discordia tra la FSSPX e la neo-Roma. Questa spiegazione del QG non assomiglia all'affermazione che lo squarcio prodotto dall'iceberg sul fianco del Titanic , fosse solo una fenditura ben precisa e limitata?
In quinto luogo, anni fa, il SG ha detto che i testi del Concilio sono “accettabili al 95%”. Il QG spiega che egli parlava della lettera e non dello spirito dei testi. Tuttavia, quale madre darebbe mai ai suoi figli una qualsiasi fetta di una torta che sa essere avvelenata al 5%? Vero è che in teoria potrebbe dar loro una fetta di quel 95% non avvelenato, ma in pratica non temerà lospirito velenoso in tutte le parti della torta?
In conclusione, se la crisi della FSSPX di questa primavera ed estate mi a fatto dubitare della competenza e dell'onestà del SG e del suo QG, temo che dopo questa spiegazione delle cinque citazioni, posso solo rimanere perplesso. Che Dio sia con loro, perché hanno una responsabilità spaventosa.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXXI (281) - 01 dicembre 2012
Oggi regna molta confusione sull'identità della vera Chiesa di Nostro Signore qui sulla terra, e sulla varietà di nomi con cui essa può essere chiamata. Certamente la maggior parte dell'attuale confusione deriva dal più grande dei problemi odierni della Chiesa, cioè dal diabolico concilio Vaticano II (1962-1965). Vediamo di districare un po' di questa confusione.
“ Church ” ( Chiesa ), deriva dal greco “ek-klesia” che deriva de “ek-kalo”, cioè “chiamo fuori”. Nostro Signore chiama fuori del mundo il suo popolo eletto, e questo popolo è la sua Chiesa, siccomè gli edifici dove si riuniscono si chiamano “chiese”.
Chiesa “ Cattolica ” indica concretamente l'edificio, ma principalmente l'insieme delle persone che nel mondo intero (“katholos”, in greco significa “universale”) condividono una stessa Fede, una serie di Sacramenti ed una Gerarchia, tutti e tre istituiti duemila anni fa dal Dio Incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo, nel corso della sua vita sulla terra. Ma dal gruppo originario di credenti, come istituito da Nostro Signore, si sono separati con regolarità altri gruppi, che tuttavia hanno continuato ad affermare di essere la vera Chiesa di Cristo. Come si fa a sapere, quindi, qual è la Sua vera Chiesa?
La “ Chiesa di Cristo ” possiede quattro contrassegni. 1. Una – intesa soprattutto come unità di Fede in Nostro Signore, per unire la Sua Chiesa e per non fondare molte chiese (Cfr. Gv . XVII, 21-23: “che tutti siano una sola cosa”). 2. Santa – Nostro Signore ha fondato la Sua Chiesa per condurre gli uomini a Dio Tutto Santo, nel Suo Santo Paradiso(Cfr. Mt . V, 48: “siate perfetti”). 3. Cattolica – Nostro Signore ha fondato la Sua Chiesa per tutti gli uomini di ogni paese ed età (Cfr. Mt . XXVIII, 19: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni”). 4. Apostolica -- Nostro Signore ha fondato la Sua Chiesa come una monarchia, che fosse governata dall'Apostolo Pietro e dai suoi successori (Cfr. Mt . XVI, 18: “Tu sei Pietro e su questa pietra (“petran” in greco) edificherò la mia Chiesa” ). Dovunque si ritrovino questi quattro contrassegni, lì è la vera Chiesa di Cristo. Dove mancano, lì non c'è la Chiesa di Cristo.
“ Chiesa conciliare ”, indica la Chiesa Cattolica centrata su Dio, in quanto è caduta e continua a cadere sotto il dominio del concilio Vaticano II centrato sull'uomo. Il conciliarismo (errore distillato dal Vaticano II) sta alla vera Chiesa di Cristo come il putridume sta alla mela che sta marcendo. Come il putridume invade la mela e dipende dalla mela e non può esistere senza la mela, e tuttavia è diverso dalla mela (come l'immangiabile è diverso dal mangiabile), così il conciliarismo, che è centrato sull'uomo, invade la Chiesa di Cristo, tale che solo una piccola parte della Chiesa oggi non è più o meno marcia, e tuttavia il conciliarismo è così diverso dal Cattolicesimo che si può veramente dire che la Chiesa conciliare non è la Chiesa Cattolica. Ma la Chiesa Cattolica è visibile! E non è visibi le anche la Chiesa conciliare?
“ Chiesa visibile ” indica tutti gli edifici, i funzionari e le persone della Chiesa, che possiamo vedere con i nostri occhi. Ma dire che la Chiesa Cattolica è visibile e quindi che la Chiesa visibile è la Chiesa Cattolica, è tanto stupido quanto dire che tutti i leoni sono animali e quindi tutti gli animali sono leoni. La sola parte della Chiesa visibile che può dirsi Cattolica è quella una, santa, universale e apostolica. Il resto non è altro che marciume di vario tipo.
“ Chiesa ufficiale ” indica la Chiesa che segue ed è guidata dai suoi funzionari visibili. Dal momento che oggi costoro sono in gran parte conciliari, la “Chiesa ufficiale” è in gran parte conciliare e non Cattolica, in base ai quattro contrassegni.Allo stesso modo, “ Chiesa principale ” indica la Chiesa ufficiale e maggioritaria inquanto opposta al piccolo resto dei “Tradizionalisti”. Tuttavia, che nessuno dica che non c'è niente dell'una, santa, universale o apostolica nella Chiesa maggioritaria, non più di quanto nel resto “Tradizionalista” ogni cosa esprima appieno i quattro contrassegni. Nella Chiesa di Cristo il grano e l'oglio sono sempre mescolati (Cfr. Mt . XIII. 24-30).
Kyrie eleison
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Numero CCLXXX (280) - 24 novembre 2012
Un ritratto impressionante del nostro mondo contemporaneo è apparso due mesi fa sul sito Internet 321 gold . Il titolo è scoraggiante: “Declino, degrado, negazione, delusione e disperazione”, ma il contenuto è sicuramente realistico. Partendo da una scena di strada come se ne trovano indubbiamente in tutti gli Stati Uniti orientali, l'autore conclude che entro 15 anni nel suo paese scenderà una dittatura orwelliana, come effetto indesiderato di cause desiderate. Ma gli USA non sono il prototipo del mondo intero? Non sta il mondo intero acquisendo lo stile di vita americano? “Acquirente, stai attento!”
Questo autunno, per le strade di Wildwood, New Jersey, l'autore ha notato sui marciapiedi un gran numero di uomini e donne al di sotto dei 50 anni e abbondantemente sovrappeso, che giravano per la città su degli scooter acquistati con le sovvenzioni del governo, e che si recavano da un fast-food all'altro per ingozzarsi di leccornie ricche di zucchero, il cui peso supplementare farà affaticare ancor di più il loro ultimo modello di scooter. Come li definisce in modo divertente? - “La sfida del peso vinta con i loro veicoli di mobilità superiore”. Tale è la fuga dalla realtà attuata dal “politicamente corretto” e dal suo linguaggio.
L'autore si interroga sulla causa di questo effetto tragicomico: Com'è possibile che il popolo americano che una volta conservava il 12% del suo reddito, sia stato indotto a far schizzare fuori dal grafico le statistiche sull'obesità, con uno stile di vita sovraccarico di debiti e di caramelle, non risparmiando più per se stessi e caricando di un peso insopportabile di debiti i loro figli e i loro nipoti? Certo vi è una mancanza di temperanza da parte loro, egli dice, ma ci dev'essere qualcosa di più sinistro, qualche ragione dietro tali spettacoli irragionevoli. L'insieme dei cittadini, egli afferma, viene manipolato da un invisibile governo che padroneggia le moderne tecniche di manipolazione di massa.
E cita un pioniere di questi maestri, degli anni 1920, Edward Bernays: “La manipolazione cosciente e intelligente delle masse è un elemento importante nella società democratica ... Un gran numero di esseri umani deve cooperare in questa maniera se si vuole vivere insieme in una società che funzioni agevolmente⦠In politica e in economia, come nella condotta sociale e nel pensiero etico, siamo dominati da un numero relativamente piccolo di persone⦠che comprendono i processi mentali e i modelli sociali delle masse”. Sono loro “i veri detentori del potere nel paese” e coloro che “muovono i fili che controllano le menti del pubblico”. A quale scopo? Per la loro ricchezza e il loro potere.
Sono loro che hanno organizzato l'attuale crisi finanziaria ed economica, a loro beneficio. Sono loro che hanno “rovinato l'economia mondiale⦠scaricato il loro debito senza valore sulle spalle dei contribuenti e delle generazioni future, messo a rischio di debilitazione gli anziani e i risparmiatori, rubando loro 400 miliardi annui di interessi e arricchendo se stessi con i profitti gonfiati e la riscossione dei bonus”. E quando sono giunti al pettine i nodi di questo insostenibile modo di vivere, ecco che i nostri invisibili dirigenti hanno approntato per noi una “dittatura da lacrime” tipo 1984 , fornendo alla polizia milioni di cartucce, collocando ovunque videocamere e video-spie di sorveglianza, imprigionando senza accusazione, e così via e così via. Eppure, dice l'autore, la colpa è degli stessi cittadini, che hanno preferito l'ignoranza alla verità, la malattia alla salute, le menzogne dei media all'attenzione critica, la tranquillità alla libertà.
C'è solo una cosa che manca in questa mirabile analisi: potrebbe la nostra élite di governo agire in modo così selvaggio, o le nostre masse divenire così stupide, se avessero conservato il minimo senso di Dio che giudica noi tutti al momento della morte secondo i Dieci Comandamenti? Certo che no! Cattolici, svegliatevi!
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXIX (279) - 17 novembre 2012
Molti cattolici non colgono la profondità del problema posto nella Chiesa cattolica dalla rivoluzione conciliare del Vaticano II (1962-1965). Se conoscessero meglio la storia della Chiesa, potrebbero essere meno tentati sia dal liberalismo, che li porta a pensare che il Concilio non fu affatto cattivo, sia dal “sedevacantismo”, che li porta a pensare che le autorità della Chiesa non sono più le autorità. Forse Nostro Signore mise in questione l'autorità religiosa di Caifa o l'autorità civile di Ponzio Pilato?
Il problema è profondo perché è sepolto sotto secoli e secoli di storia della Chiesa. Quando nei primi del 1400 San Vincenzo Ferreri (1357-1419) predicò in tutta Europa che la fine del mondo era prossima, noi sappiamo oggi che si sbagliava di 600 anni. Eppure Dio confermò la sua predicazione consentendogli di operare migliaia di miracoli e migliaia e migliaia di conversioni. Dio confermò la falsità? Lungi da me! La verità è che il Santo aveva compreso correttamente, nell'implicito della decadenza della fine del Medio Evo, l'esplicita e quasi totale corruzione del nostro tempo, prova generale della corruzione totale della fine del mondo.
Semplicemente c'è voluto del tempo, il tempo di Dio, molti secoli, perché la corruzione da implicita divenisse esplicita, perché Dio è ad intervalli regolari che sceglie di suscitare dei Santi che trattengano la parabola discendente, come la crescita di Santi famosi che portò alla Contro-Riforma del XVI secolo. Tuttavia, Dio non toglie agli uomini il libero arbitrio, così che se essi scelsero di abbandonare le altezze del Medio Evo, Egli non li costrinse a non farlo. Al contrario, Egli pemette alla sua Chiesa, almeno in un certa misura, di adattarsi ai tempi, perché essa esiste per salvare le anime presenti e non le glorie passate.
Due esempi possono essere: la teologia molinista, resasi quasi necessaria a causa di Lutero e Calvino per garantire la protezione del libero arbitrio, e il Concordato del 1801, resosi necessario a causa dello Stato rivoluzionario, per permettere alla Chiesa di Francia di operare pienamente in pubblico. Ora, sia il Molinismo sia il Concordato furono dei compromessi col mondo del tempo, ma entrambi permisero che molte anime fossero salvate, mentre La Chiesa impedì che si minassero i principi che dovevano rimanere sacri: rispettivamente di Dio come Atto Puro e di Cristo come Re della società. Tuttavia, entrambi i compromessi permisero una certa umanizzazione della Chiesa divina, ed entrambi contribuirono alla graduale secolarizzazione della Cristianità. I compromessi comportano delle conseguenze.
In tal modo, se un lento processo di umanizzazione e di secolarizzazione dovesse spingersi troppo oltre nel mondo da cui uomini e donne sono chiamati a servire Dio nella sua Chiesa, difficilmente essi potrebbero entrare al suo servizio senza una forte dose di liberalismo radioattivo nelle ossa, che richiede il vigoroso antitodo della loro formazione religiosa. Difatti, com'è naturale,essi condividerebbero l'istintiva convinzione di quasi tutti i loro contemporanei: che i principi e gli ideali rivoluzionari del mondo da cui provengono sarebbero normali, mentre la loro formazione religiosa opposta a quel mondo sembrerebbe loro pia, ma fondamentalmente anormale. Tali uomini e donne di Chiesa rappresenterebbero un disastro potenziale. E tale disastro si rese attuale a metà del XX secolo. Una gran parte dei vescovi cattolici del mondo del 2000 si rallegrò invece di rivoltarsi, quando Giovanni XXIII fece apparire con chiarezza che stava abbandona ndo la Chiesa anti-moderna.
Così, nessuno che voglia salvare la propria anima dovrebbe seguire costoro o i loro successori, ma d'altra parte, questi ultimi sono così convinti di essere normali in relazione ai tempi moderni, che non sono colpevoli della distruzione della Chiesa di Cristo come lo sarebbero stati nei tempi passati. Beate le anime cattoliche che possono aborrire gli errori di costoro, ma che continuano ad onorarne l'ufficio.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXVIII (278) - 10 novembre 2012
Dopo la presentazione, la scorsa settimana, dei dati relativi alla “Marcellus Iniziative”, istituita per facilitare le donazioni per la causa di un vescovo «espulso», alcuni lettori hanno ragionevolmente chiesto quale sarebbe lo scopo dell'“Iniziativa”. Per cominciare, essa servirà a coprire le spese personali del vescovo per trasferirsi da Wimbledon, forse fuori Londra, e vivere quindi altrove. Al di là di tali spese, il termine “Iniziativa” è stato scelto deliberatamente per lasciare aperte diverse opzioni. Tuttavia, è importante che nessuno pensi che le loro donazioni possano servire ad istituire quanto prima qualcosa che rimpiazzi la Fraternità San Pio X o un seminario sostitutivo. Vi sono buone ragioni per non affrettarsi né per l'una, né per l'altro.
Per quanto riguarda un'alternativa alla FSSPX, dobbiamo imparare la lezione che deriva dalla sua attuale grave crisi. La Chiesa cattolica si regge sull'autorità, dal Papa in giù, ma oggi il nostro mondo rivoluzionario ha così sconvolto il naturale senso dell'autorità degli uomini, che pochi sanno come si comanda, mentre la maggior parte di essi obbedisce troppo o troppo poco. Noi abbiamo esaurito, per così dire, quel buon senso contadino che ha permesso all'autorità cattolica di funzionare. Così, come solo Dio ha potuto stabilire l'autorità di Mosè con un sensazionale castigo di ribelli (Cfr. Numeri XVI), allo stesso modo, ai giorni nostri, sicuramente solo Dio sarà in grado di ripristinare l'autorità del Papa. Sarà con “una pioggia di fuoco”, come previsto dalla Madonna di Akita in Giappone nel 1973? Sia come sia, delle oasi d ella fede appaiono come una possibilità immediata e pratica, e io farò del mio meglio per servirle.
Argomentazioni analoghe valgono per l'avvio di un nuovo seminario cattolico classico. Non si possono fare i mattoni senza la paglia, dice un vecchio proverbio. E io dico che è sempre più difficile fare dei sacerdoti cattolici a partire dai giovani moderni. Le qualità soprannaturali della fede, la buona volontà e la pietà portano molto lontano, ma la grazia costruisce sulla natura, e le basi naturali, come una casa ordinata e una vera educazione umana, sono sempre più carenti. Naturalmente, vi sono ancora buone famiglie dove i genitori hanno capito quello che la loro religione esige per mettere i loro figli sulla via del Cielo, e dove essi stanno facendo eroicamente del loro meglio. Ma il nostro mondo malvagio è impostato per distruggere ogni buon senso e ogni naturale decenza di genere, famiglia e patria. Con la migliore buona volontà, in genere i ragazzi dell'ambiente sociale odierno si trovano più o meno gravemente impediti quando si tratta di percepire o di seguire una chiamata di Dio.
Questo significa che Dio ha abbandonato la Sua Chiesa o che intende lasciarci senza sacerdoti per il futuro? Certo che no. Ma significa che nessuna organizzazione cattolica costituita domani per salvare le anime può permettersi di perdere la visione della natura distruttrice di anime che è quella della Chiesa conciliare e del mondo moderno. Significa che domani i sacerdoti non possono più essere formati avendo una perfetta conoscenza della Summa Theologiae di San Tommaso ed insieme avendo poca o nessuna idea di come questa si applichi nella reale vita odierna.
Per amore o per forza, le Congregazioni e i seminari odierni devono tenere il loro aggancio con la realtà e non devono perdersi nei sogni di una “normalità” che hanno o dovrebbero avere. È possibile farlo? Con l'aiuto di Dio, sì. Ma Dio è Dio, e per la salvezza delle anime è possibile che domani Egli non voglia più ricorrere alla Congregazione o al seminario classici di ieri. Per quanto mi riguarda, cercherò di seguire la Sua Provvidenza ordinando dei sacerdoti – o consacrando dei vescovi. Sia fatta la volontà di Dio.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXVII (277) - 03 novembre 2012
La notizia della scorsa settimana dell'espulsione di uno dei quattro vescovi della Fraternità San Pio X ha prodotto un gran numero di e-mail di sostegno e di incoraggiamento. A ognuno di voi, molte grazie. Che peccato, una tale grave divisione tra i vescovi della Fraternità! Ma Dio ha le sue ragioni per permettere che questo accada, ed è ovvio che molti di voi comprendono che la fede viene prima dell'unità. Non la divisione, ma la perdita della fede è il male supremo ( I Cor . XI, 19; I Gv . II, 19 ). Riguardo a come si svilupperà la guerra titanica tra gli amici e i nemici di questa fede, in questo momento io lo intravedo solo per grandi linee. Permettetemi di ricorrere a tre citazioni preferite di Mons. Lefebvre, che io penso siano valide ancora oggi.
In primo luogo, “dobbiamo seguire la Provvidenza e non provare a guidarla”. Se è vero che “la carità tutto spera” ( I Cor . XIII, 7), allora la Fraternità può avere ancora un po' di tempo per correggersi, prima di iscriversi come un gruppo tradizionale in più passato al nemico. Ecco perché la scorsa settimana ho detto che i sacerdoti della FSSPX per il momento possono tenere un profilo basso in attesa di come si svilupperanno le cose, mentre i laici possono continuare ad assistere alle Messe della Fraternità, ma entrambi devono vegliare ( Mt . XXVI, 41) sulle contraddizioni nella dottrina e sul rilassamento nella morale. La tentazione sarà di preferire il comodo al disagio e la routine al sommovimento, com'è accaduto a migliaia di preti e a milioni di laici dopo il Vaticano II, così che hanno finito col perdere la fede. Abbiamo il diritto di aspettare che la Provvidenza ci mostri la via da seguire. Non abbiamo il diritto di perdere la fede.
In secondo luogo, “Le cose affrettate non resistono al tempo”. In altre parole, ci vuole tempo per costruire qualcosa di solido. Noi possiamo avere fretta. Dio non ne ha. Monsignore aspettò il tempo necessario per costruire la Fraternità. Il Vaticano II completò la sua opera diabolica nel 1965. Solo 11 anni dopo uscì il primo grande gruppo di sacerdoti dal primo seminario di Monsignore. Pazienza. Egli non aveva fretta.
In terzo luogo, “Il buono non fa rumore e il rumore non è buono”. Oggi l'opinione pubblica è totalmente avvelenata. Per cercare di ottenere la più ampia attenzione dagli uomini moderni si corre il rischio che sia la coda a condurre il cane, che sia l'attenzione degli uomini, con la sua corruzione, a guidare il messaggio, e il messaggero. Raramente Monsignore andò dietro ai media, furono questi che seguirono lui, perché il suo messaggio era intransigente, e questa era la prova che “La vittoria che ha sconfitto il mondo è la nostra fede” ( I Gv . V, 4) e non il fare rumore sulla pubblica scena.
In breve, io penso che la situazione dell'odierna Resistenza Cattolica richieda che non vi siano azioni affrettate, ma ponderate valutazioni degli uomini e degli eventi, fino a che non si presenti più chiaramente la volontà di Dio. Io penso – e posso sbagliarmi – che Egli voglia una larga rete di gruppi di resistenza indipendenti, ognuno raccolto intorno alla Messa, liberamente in contatto tra loro, ma senza una qualche struttura legata alla falsa obbedienza, che è servita ad affondare la Chiesa tradizionale nel 1960 e oggi sta affondando la Fraternità San Pio X. Se siete d'accordo, allora versate pure dei contributi alla St. Marcel Initiative , perché sicuramente torneranno utili forse prima di quanto penso. Per ciò che mi riguarda, non appena si stabilizzerà la mia situazione in Inghilterra, sarò pronto a mettere le mie facoltà vescovili a disposizione di chiunque sappia usarli saggiamente.
Negli Stati Uniti, gli assegni possono essere intestati alla St. Marcel Initiative e inviati a St. Marcel Initiative, P. O. Box 764, Carrollton, VA 23314, USA. Le contribuzioni con carta di credito/debito, o bonifico bancario, possono essere fatte al www.stmarcelinitiative.com . Per gli assegni dal Regno Unito e dall'Eurozona, verranno fornite le indicazioni il più presto possibile.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXVI (276) - 27 ottobre 2012
Così, l'esclusione dalla Fraternità San Pio X di uno dei quattro vescovi consacrati nel 1988 da Mons. Lefebvre per servirla, è adesso ufficiale. Si tratta di una decisione importante da parte dei capi della FSSPX, non tanto per motivi personali, quanto perché equivale alla rimozione di ciò che molte persone pensano essere stato il più grande ostacolo dentro della FSSPX a qualsiasi falsa riconciliazione fra la Tradizione cattolica e la Roma conciliare. Ora che l'ostacolo è rimosso, la FSSPX potrà più facilmente continuare il suo slittamento verso il liberalismo più comodo.
Se il problema fosse stato la persona, non ci sarebbero state serie conseguenze. Si tratta infatti di un 72enne (“più o meno rimbambito”) con ancora non tanti anni di attività davanti a sé. Egli avrebbe potuto essere tranquillamente ignorato o ulteriormente screditato se necessario, lasciato a sbraitare e a farneticare nel suo isolato ritiro. Ma se invece la sua esclusione significa il rigetto dell'opposizione a Roma Conciliare che egli rappresentava, la FSSPX è in difficoltà, e lungi dal risolvere le sue tensioni interne per mezzo dell'esempio dato con lui, adesso rischia di essere dilaniata dal dissenso silenzioso o dall'aperta contestazione.
Questo perché Mons. Lefebvre ha fondato la FSSPX per resistere alla distruzione della Chiesa: della fede cattolica operata dal Concilio con i suoi 16 documenti, e della pratica della fede soprattutto tramite la nuova Messa. La resistenza al Concilio fece parte, dall'inizio, della natura della FSSPX. Ora, non si può cancellare la natura di una cosa senza cancellare la cosa. Ne consegue che con questa esclusione, la FSSPX di Mons. Lefebvre è sulla buona strada per essere cancellata ed essere rimpiazzata con qualcosa di diverso. In realtà, questa trasformazione la si è potuta osservare da diversi anni. L'esclusione è semplicemente un colpo finale.
Non che Monsignore fosse primariamente o solo contro il Concilio. Innanzi tutto era cattolico, un vescovo cattolico, un vero pastore d'anime, come si evince chiaramente dai suoi scritti anteriori al Concilio. Ma una volta che quello disastro indicibile della Chiesa ebbe fine, egli si accorse che il compito più urgente in difesa della fede, era resistere alla rivoluzione del Vaticano II, che stava contaminando milioni e milioni di cuori e menti cattoliche. Da qui la fondazione nel 1970 della FSSPX, che avrebbe utilizzato esclusivamente il rito tridentino della Messa. Da qui la sua famosa dichiarazione del novembre 1974, che fu come una carta dei principi cattolici che ispiravano la resistenza della FSSPX. Solo l'inversione e la conversione delle autorità della Chiesa alla vera fede può giustificare l'abbandono di questi principi. Tale inversione o conversione ha avuto luogo? Nient'affatto. Al contrario.
E il futuro? Per riempire il vuoto lasciato dall'abbandono degli scopi di Monsignore, probabilmente i dirigenti della FSSPX si affretteranno a gettarsi nelle braccia di Roma, specialmente se la coscienza di Benedetto XVI lo muove perché ponga fine prima di morire allo “scisma”. L'esclusione del vescovo può essere stata o meno una precondizione di Roma per un accordo Roma-FSSPX, ma in ogni caso certamente lo favorirà. I sacerdoti della FSSPX che ci vedono chiaro, per il momento potrebbero tenere un profilo basso e aspettare che tutti i nodi vengano al pettine. I laici della FSSPX per il momento potrebbero assistere alle Messe della FSSPX, ma stando attenti al momento in cui la suindicata trasformazione incominci a minacciare la loro fede. Circa il vescovo escluso, tutte donazioni per lui e per la sua causa dovranno aspettare un poco. Bisogna sistemare il metodo per riceverle. Questo è certo: non pensa al pensionamento.
Tenersi stretti, tutti. Siamo in una sarabanda. Che ci si lasci fare un giro in Cielo!
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXV (275) - 20 ottobre 2012
Quando, un po' di tempo fa, questi “Commenti” hanno consigliato ai lettori di fortificare le proprie case nel caso in cui i bastioni pubblici della fede, a causa della malvagità dei tempi, dimostrassero di essere un monumento del passato, alcuni lettori hanno scritto per sapere come si possano fortificare le case. In realtà, in precedenti numeri dei “Commenti” sono stati suggeriti vari mezzi spirituali e materiali per difendere la casa e la famiglia, in particolare, naturalmente, il Santo Rosario, ma non è stata indicata una fortificazione che io proverei ad usare in alternativa della televisione, se avessi una famiglia da difendere: la lettura serale a voce alta ai bambini di capitoli selezionati del Poema dell'Uomo-Dio di Maria Valtorta. E una volta arrivati alla fine dell'ultimo volume, ripartire dall'inizio, e così via fino a quando tutti i bambini non lascerebbero la casa!
Eppure, il Poema ha molti ed eloquenti nemici. Esso si compone di episodi della vita di Nostro Signore e della Madonna, dalla sua immacolata concezione fino alla sua assunzione in cielo, derivati da visioni ricevute verosimilmente dal Cielo, durante la seconda guerra mondiale in Nord Italia, da Maria Valtorta, una donna in età matura, non sposata, che giaceva a letto malata perché paralizzata in modo irreversibile a causa di un infortunio alla schiena occorsole anni prima. Le note incluse nell'edizione italiana (che compongono più di quatro mila pagine raccolte in dieci volumi) mostrano come lei avesse paura di essere ingannata dal Diavolo, e in effetti molte persone non sono convinte che il Poema venga veramente da Dio. Vediamo tre importanti obiezioni.
Per prima cosa, il Poema fu messo nell'Indice dei libri proibiti dalla Chiesa, nel 1950, prima che Roma diventasse neo-modernista negli anni 60. Il motivo addotto per la condanna fu la forma romanzata e la sentimentalizzazione degli eventi del Vangelo. Secondariamente, il Poema è accusato di contenere errori dottrinali. Terza cosa, Mons. Lefebvre obiettava che il Poema fornisse troppi dettagli fisici sulla vita quotidiana di Nostro Signore, tale da renderlo troppo materiale e da abbassare troppo il livello spirituale dei quattro Vangeli.
Ora, in primo luogo, i modernisti come avrebbero potuto prendere il sopravvento a Roma negli anni 60, come hanno fatto, se non fossero stati insediati a Roma già nel 1950? Il Poema , come i Vangeli (p. e. Gv . XI, 35, ecc), è pieno di sentimento, ma sempre in proporzione al suo oggetto. A mio avviso, il Poema , secondo un sano giudizio, non è né sentimentale né romanzato. Secondariamente, gli apparenti errori dottrinali non sembrano difficili da spiegare, uno ad uno, come è stato fatto da un teologo competente nelle note che si trovano nell'edizione italiana del Poema stesso. Terzo, con tutto il dovuto rispetto per Mons. Lefebvre, io ritengo che l'uomo moderno abbia bisogno di dettagli materiali per tornare a credere alla realtà dei Vangeli. Non c'è troppa spiritualità nel relegare Nostro Signore al piano nobile, per così dire, mentre si lascia che il cinema e la televisione despiritualizino il senso della realtà dell'uomo moderno al piano terra? Invece siccome Nostro Signore fu vero Dio e vero uomo, così il Poema è ad ogni passo sia totalmente spirituale sia totalmente materiale.
Da una lettura domestica non elettronica del Poema , riesco a immaginare molti benefici, oltre al reale rapporto vitale tra genitori che leggono e figli che ascoltano. I bambini assorbono dall'ambiente in cui si trovano, come le spugne nell'acqua. Dalla lettura dei capitoli del Poema , selezionati in base all'età dei bambini, riesco a immaginare che vi sarà un grande continuo apprendimento su Nostro Signore e la Madonna. E le domande che farebbero! E le risposte che dovrebbero dare i genitori! Credo che il Poema possa fortificare notevolmente una casa.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXIV (274) - 12 ottobre 2012
In un sistema di intrattenimento (IFE) di un volo a lunga distanza, ho trovato recentemente, elencato tra i “classici”, un film che ricordavo di aver visto circa 50 anni fa: la versione cinematografica del 1960 di una novella di Sinclair Lewis, Elmer Gantry . Mi ricordavo del film perché mi erano rimasti impressi due momenti dello sceneggiato. Quello di un vecchio che paragona la conversione religiosa all'ubriacarsi, e quello di una giovane donna che chiede di essere ingannata. Guardai il film di nuovo...
Elmer Gantry è un ciarlatano americano che si innamora di una revivalista, sorella Falconer, mentre questa sta conducendo una crociata di conversione per tutto il paese con una grande tenda itinerante. Mancando del tutto della vera religione, il film è piuttosto confuso, ma tratteggia bene sia il reale bisogno che hanno le anime di religione, sia la falsità della “religione” protestante fondamentalista. Il vero bisogno e la falsa soddisfazione sono evidenziati insieme quando Elmer pone delle domande ad un vecchio che pulisce la tenda: “Mister”, gli risponde questi, appoggiato alla sua scopa, “sono stato convertito cinque volte. Da Billy Sunday, il reverendo Biederwolf, Gypsy Smith e due volte da suor Falconer. Ho preso delle terribil sbornie, poi ho preso quella buona e mi sono salvato. In entrambi i casi ne ho avuto un gran bene –quando ho preso la sbornia e quando mi sono salvato”.
Naturalmente la battuta ha un suo lato comico, ma diventa tragica quando si pensi a tutte le anime per le quali è diventato una specie di comune sentire il mettere la conversione religiosa allo stesso livello della sbronza. È l'idea della sopravvivenza che rimpiazza quella della rinascita spirituale, un'ottima strada per ridicolizzare del tutto la religione. Quante anime devono esserci per le quali il Santo Nome di “Gesù” è stato praticamente annichilito dall'emotività dei predicatori fondamentalisti! Si legga “ La Saggezza del Sangue ” e altre novelle di Flannery O'Connor (1925-1964), una scrittrice cattolica che è scioccante ma non confusa, e che descrive quanto l'istinto religioso dell'uomo possa essere fuorviato dal protestantesimo dell'America del profondo Sud. Dio può far scaturire rose da una fogna, ma l'eresia fa un danno terribile!
Il secondo elemento che ricordavo del film, si colloca in un contesto privato, ma la sua potenziale applicazione è molto più vasta. Mentre corre dietro a sorella Falconer, Elmer si imbatte per caso in una donna che aveva trattata male e abbandonata anni prima. Quando la donna viene a sapere della sua relazione con la Falconer, medita la sua vendetta, ma mentre sta tendendo una dolce trappola per screditarlo pubblicamente, non riesce ad impedirsi di desiderare che lui le dica di amarla. Gli dice: “Dimmi una bella grossa bugia che io possa crederci, ma tienimi stretta a te”. Amandolo così, tutto quello che vuole veramente è essere ingannata.
Tale è il mondo che ci circonda. Tutto quello che chiede è essere ingannato. È per questo che viviamo in un mondo di sataniche falsità. Non vogliamo Dio. Ora, nonostante la vita senza Dio non possa funzionare – vedi il Sal . 126, 1, e basta guardarsi intorno – noi vogliamo credere disperatamente che la vita funzioni meglio senza di Lui. Infatti diciamo ai nostri capi, “Vi abbiamo eletti perché ci raccontiate delle grandi belle bugie e possiamo tenerci stretti alla nostra empietà. Per favore, fate un 11 settembre, un 7 luglio (l'11 settembre inglese) o quello che volete, basta che possiamo continuare a credere in voi come a sostituti di Dio che si prendono cura di noi. Più grande è la bugia, più ci crederemo, ma teneteci stretti a voi. Costringeteci quanto volete con la polizia, ma tenete fuori Dio.
C'è da meravigliarsi se abbiamo il mondo satanico che abbiamo?
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXIII (273) - 06 ottobre 2012
Godendo del privilegio di avere una varietà di amici che mi sparano da tutte le direzioni, non riesco a sopportare l'idea che possano rimanere a corto di munizioni, così ecco una collezione di proiettili e di granate raccolte sul campo di battaglia. I commenti vengono da sacerdoti, laici e suore, sconvolti soprattutto da un certo episodio della storia moderna che sarebbe stato negato alla TV svedese nel novembre del 2008. (Eppure⦠eppure...) Che i lettori si divertano!
“Questo vescovo ha un forte temperamento con grande prestigio e autorità, così non può sopportare di non essere il Numero Uno nella Fratenità San Pio X. Volendo poi farsi un nome nei libri di storia, ma rendendosi conto che a 68 anni non avrebbe più avuto la possibilità di essere eletto Superiore Generale, ha fatto esplodere alla TV svedese la “bomba revisionista” allo scopo di attirare l'attenzione e diventare un pezzo grosso. Per ottenere influenza è stato disposto a rischiare la spaccatura della FSSPX.”
“Ha deciso una provocazione a tutto campo tramite l'emittente, al fine di lanciare un bastone fra le ruote nelle discussioni fra Roma e la FSSPX, che egli disapprova. Essendo in una posizione subordinata, solo con uno scandalo avrebbe potuto fermare il dialogo e l'accordo che ne potrebbe derivare.”
“Ama provocare perché è un infiltrato, un ex anglicano che è ancora fondamentalmente ostile alla Chiesa cattolica. Vuole bloccare ogni accordo fra Roma e la FSSPX perché questo sarebbe troppo favorevole per la FSSPX, cioè per la Chiesa cattolica.”
“È un illuminato supernaturalista, un patito della cospirazione, ossessionato dal pericolo ebraico. Pensa che l'Apocalisse arriverà domani. Né lui né il revisionismo sono seri.”
“Ha qualità naturali che lo rendono mondano e ambizioso. È abituato a ricevere omaggio da tutti. È abituato ad avere influenza su molte persone, ed è stato trattato come un piccolo dio quando ancora era in viaggio. Tuttavia, in forza delle sue qualità personali, è orgoglioso e geloso di Mons. Fellay, così alla TV svedese ha dato sfogo all'invidia e al risentimento.”
“In realtà, ben prima della questione svedese, egli era troppo politico e troppo indipendente dal resto della FSSPX, di cui non condivideva interamente lo spirito. Nel 2004 ha attaccato pubblicamente la dirigenza della FSSPX per il suo spirito giansenizante e il suo supernaturalismo. In realtà si è trattato di un mero regolamento di conti personale, come sono soliti fare gli uomini di Chiesa.”
“La sua originalità si accompagna ad una completa mancanza di responsabilità, ed è per questo che ha scatenato in pubblico il suo cavallo di battaglia antisemita, senza curarsi dei danni che avrebbe potuto fare alla Tradizione. In realtà è stato manipolato da fascisti e neo-pagani o, quanto meno, è stato sfruttato da essi. In quella occasione non si mosse per potere personale, ma è imprevedibile e non ci si può fidare.”
E tutte queste cose sono state dette di me! Oh! Come mi piace l'attenzione!
Kyrie eleison.
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Numero CCLXXII (272) - 29 settembre 2012
In un sermone per la Festa di San Pio X, mi è capitato di pronunciare «quasi un'eresia»: mi sono chiesto ad alta voce se Giuseppe Sarto avesse disobbedito a Paolo VI contro la distruzione della Chiesa se, invece di morire come Papa Pio X nel 1914, fosse morto come cardinale nel, diciamo, 1974. All'interno della Fraternità San Pio X questo deve suonare come un'eresia, perché come si può svilire in questo modo la saggezza del celeste patrono della FSSPX? Ma la domanda non è oziosa.
Nel 1970, Mons. Lefebvre visitò personalmente un certo numero di cardinali e di vescovi della Chiesa, con la speranza di persuadere anche solo un po' di essi a manifestare una pubblica resistenza contro la rivoluzione del Vaticano II. Egli usava dire che se solo una mezza dozzina di vescovi avessero resistito insieme, si sarebbe seriamente ostacolata la devastazione conciliare della Chiesa. Purtroppo, neanche l'indicato successore di Pio XII, il Cardinale Siri di Genova, volle fare una mossa pubblica contro la direzione della Chiesa. Alla fine, si fece avanti Mons. de Castro Mayer, ma solo nel 1980, quando la rivoluzione conciliare si era ben stabilita ai vertici della Chiesa.
Com'è possibile che le migliori tra le menti bene addestrate fossero state oscurate cosi? Com'è che solo così pochi dei migliori uomini di Chiesa di allora abbiano visto ciò che vedeva Monsignore, per esempio che la “legge” che stabiliva il Novus Ordo Missae non fosse affatto una legge, perché appartiene alla vera natura della legge essere una prescrizione della ragione per il bene comune? Com'è possibile che egli sia stato relativamente l'unico a non lasciare che tale basilare principio di buon senso fosse soffocato dal rispetto per l'autorità, quando la stessa sopravvivenza della Chiesa veniva messa in pericolo dal Vaticano II e dalla nuova Messa? Com'è possibile che l'autorità abbia preso cosí il sopravvento sulla realtà e la verità?
La mia risposta è che per sette secoli la Cristianità è scivolata verso l'apostasia. Per 700 anni, con la nobile parentesi della Contro-Riforma, la realtà del Cattolicesimo è stata lentamente erosa dalla cancerosa fantasia del liberalismo, che è l'affrancamento dell'uomo da Dio con l'affrancamento della natura dalla grazia, della mente dalla verità oggettiva e della volontà dall'oggettivo bene e male. Per lungo tempo, per 650 anni, gli uomini di Chiesa cattolici si sono aggrappati alla realtà e l'hanno difesa, ma alla fine l'avvincente fantasia dell'affascinante modernità si è fatta strada nel loro intimo così che la realtà ha perso la sua maestria sulle loro menti e sulle loro volontà. Mancando della grazia, come diceva San Tommaso Moro dei vescovi del suo tempo che tradivano la Chiesa cattolica, essi hanno perm esso che la fantasia degli uomini prevalesse sulla realtà di Dio e che l'autorità prevalesse sulla verità. Ne deriva una pratica lezione per il clero come per i laici.
Cari colleghi, dentro e fuori la FSSPX, per servire Iddio, evitiamo di reagire come Giuseppe Siri, mentre invece abbiamo bisogno di agire come Giuseppe Sarto, con le sue magnifiche denunce degli errori moderni nella Pascendi , nella Lamentabili e nella Notre charge apostolique sul Sillon. E per ottenere la grazia di cui abbiamo bisogno in questa crisi che è la più tremenda di tutta la storia della Chiesa, abbiamo bisogno di pregare tremendamente.
Laici, se gli orrori della vita moderna vi rendono “affamati e assetati di giustiza”, gioite, se potete, perché tali orrori vi mantengono nella realtà, e non dubitate se persevererete nella fame, che “sarete saziati” ( Mt . V, 6). Beati i poveri in spirito, i mansueti e quelli che piangono, dice Nostro Signore nello stesso capitolo. E per una sicura protezione contro la possibilità che le vostre menti e i vostri cuori possano essere sopraffatti dalla fantasia: recitate ogni giorno cinque, meglio quindici Misteri del Santo Rosario della Beata Vergine Maria.
Kyrie eleison.
© 2012 Richard N. Williamson. Tutti i diritti sono riservati. Viene concessa una licenza non esclusiva inerente la stampa, la spedizione tramite e.mail, e/o la pubblicazione di questo articolo in Internet agli utenti che desiderassero farlo, a patto che non vengano apportate modifiche al contenuto così riprodotto o distribuito, e che esso conservi al suo interno il presente avviso. Oltre a questa licenza, limitata e non esclusiva, nessuna parte di questo articolo può essere riprodotta in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo sia elettronico che meccanico senza il permesso scritto dell'Editore, eccezion fatta per i recensori che possono citare brevi passaggi in una recensione, o tranne nei casi in cui vengano conservati i diritti sui contenuti qui riprodotti dal (dai) rispettivo(i) Autore(i), o da altri detentori del diritto d'Autore. In questi casi, la riproduzione di quegli specifici contenuti è soggetta all'autorizzazione che può essere concessa solo da chi ne possiede i(l) diritti(o) d'Autore. Ogni richiesta di riproduzione deve essere indirizzata a editorial@dinoscopus.org . |
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Numero CCLXXI (271) - 22 settembre 2012
Forse non tutto ciò che riguarda il Capitolo Generale della Fraternità San Pio X, tenutosi a luglio in Svizzera, è stato disastroso, ma dei suoi due frutti ufficiati: le “Sei Condizioni” sono “pericolosamente deboli” (cfr. EC 268 del 1 settembre) e la “Dichiarazione” finale lascia molto a desiderare. Ecco una brevissima sintesi dei suoi dieci punti:-
1. Ringraziamo Dio per i 42 anni d'esistenza della nostra Fraternità. 2. Abbiamo ritrovato la nostra unità dopo la recente crisi (davvero?). 3. riguardo alla professione di fede, 4. nella Chiesa, nel Papa, in Cristo Re. 5. Teniamo fermo il Magistero costante della Chiesa, 6. come pure la costante Tradizione. 7. Ci uniamo a tutti i cattolici oggi perseguitati. 8. Chiediamo l'aiuto della Beata Vergine Maria, 9. di San Michele 10, e di San Pio X.
Si tratta di una Dichiarazione non priva di pietà, che San Paolo dice essere utile in ogni circostanza ( I Tim . IV, 8). Tuttavia, ai suoi due discepoli, Timoteo e Tito, egli sottolinea continuamente la necessità della dottrina, che rimane il fondamento della vera pietà. Ahimè, la Dichiarazione è un po' meno forte in dottrina. Invece di mettere in risalto gli errori dottrinali del Concilio, che sono stati devastanti per la Chiesa negli ultimi 50 anni, essa presenta, nei suoi paragrafi più dottrinali, il 5 e il 6, solo una timida condanna di questi errori, insieme ad un tributo agli immutabili Magistero (5) e Tradizione (6) della Chiesa, tributo corretto, ma in grado di costituire un argomento fin troppo facilmente reversibile per un conciliarista. Vediamo come:-
Nel paragrafo 5 è detto che il Vaticano II è “viziato da errori”, mentre il Magistero costante della Chiesa è “ininterrotto”, e “con la sua azione di insegnamento trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.” Cosa che naturalmente implica che Roma deve rivedere il Vaticano II per depurarlo dagli errori. Ma vediamo come può replicare un Romano: “L'affermazione del Capitolo sulla continuità del Magistero è del tutto ammirevole! Ma noi Romani siamo questo Magistero, e noi diciamo che il Vaticano II non è viziato da errori!”
Stessa cosa per il paragrafo 6. La Dichiarazione afferma: “La Tradizione costante della Chiesa trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l'insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza”. Così che si può pensare ad un ritorno delle autorità della Chiesa alla Tradizione. Ma troppo facilmente il Romano ribatte: “L'affermazione del Capitolo su come la Tradizione mantiene la fede è del tutto ammirevole! Ma i guardiani di questa Tradizione siamo noi Romani, e noi diciamo, in base all'ermeneutica della continuità, che il Vaticano II non interrompe, ma continua la Tradizione. Quindi il Capitolo è del tutto in errore quando insinua che noi abbiamo bisogna di ritornare ad essa.”
Che contrasto con la forza dell'attacco irreversibile di Mons. Lefebvre contro gli errori del Vaticano II, espresso nella sua famosa Dichiarazione del 21 novembre 1974 ! Dove egli dichiara che la Roma conciliare non è la Roma cattolica perché la riforma conciliare è “naturalista, teilhardiana, liberale e protestante⦠tutta e interamente avvelenata⦠essa nasce dall'eresia e finisce nell'eresia”, ecc. ecc. E la sua conclusione è un rifiuto categorico ad avere a che fare con la neo-Roma, perché essa non è assolutamente la vera Roma.
Basta scaricare da Internet entrambe le dichiarazioni per rendersi conto quale di esse costituisca un inconfondibile squillo di tromba che chiama alla battaglia necessaria ( I Cor . XIV, 8). C'è da chiedersi quanti sono i capitolari che hanno studiato ciò che ha detto Mons. Lefebvre, e perché.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXX (270) - 15 settembre 2012
Il settimo capitolo del Vangelo di San Giovanni contiene una particolare lezione per oggi: chi sono i veri ribelli contro l'autorità e chi sono i ribelli semplicemente apparenti ? Chi sembra dividere il popolo di Dio e chi lo sta realmente dividendo? Le cose non sono sempre come appaiono. È sempre necessario “non giudicare secondo le apparenze, ma giudicare con giusto giudizio” ( Gv . VII, 24).
Giovanni VII è a ridosso della fine della vita di Nostro Signore sulla terra. Gli Ebrei cercano di uccidere Gesù (versetto 1), ma Nostro Signore va comunque a Gerusalemme e insegna nel Tempio (14). La folla è già divisa (12) e così l'effetto del suo insegnamento è che alcuni (40) riconoscono in Lui il profeta (Cfr. Dt . XVIII, 15-19), mentre altri (41, 42) rifiutano di riconoscerlo perché è un Galileo. Quindi vi sono divisione e discordia. Ora, la divisione come tale è biasimevole, ma chi è da biasimare? Certo, non Nostro Signore, che predica semplicemente la dottrina del Padre Suo nei Cieli (16-17). Né può essere biasimata quella parte della folla che accetta il divino insegnamento. Chiaramente, il biasimo per la discordia spetta alle autorità del Tempio e a quella parte della folla che rifiuta la Verità.
Parimenti, negli anni '70 e '80 Mons. Lefebvre divise i cattolici insegnando e praticando la verità della Tradizione cattolica, ma quale cattolico che oggi si vanta di essere tradizionale lo biasima per quella divisione? Chiaramente, il biasimo per la divisione della Chiesa non ricade né su Monsignore né su coloro che lo seguirono, ma principalmente su quelle autorità della Chiesa che distorsero la vera religione, come le autorità del Tempio al tempo di Nostro Signore. Ripetute volte, Monsignore supplicò costoro di “giudicare con giusto giudizio” e di affrontare il problema centrale generato dal loro adulterio conciliare col mondo moderno. Cosa che si rifiutano di fare ancora oggi. E ripetute volte la loro unica risposta è stata “Obbedienza!”, “Unità!”. La loro mancanza di argomenti sulle questioni della verità, non suggerisce già che sono loro i veri ribel li e divisori della Chiesa?
Nonostante, la discordia come tale non è cosa buona. E sia Nostro Signore, sia Mons. Lefebvre sapevano a priori che al loro insegnamento sarebbe seguita la discordia. Perché allora hanno continuato ad andare avanti? Perché le anime possono salvarsi con la discordia (Cfr. Lc . XII, 51-53), ma non possono salvarsi senza la verità . Se le autorità religiose sviano gli uomini – e il Diavolo lavora particolarmente su di esse perché con il loro potere possono condurre fuori strada molte altre anime – allora dev'essere proclamata la Verità per ricondurre gli uomini sulla via del Cielo, anche se per effetto si avrà la discordia. In questo senso la Verità è al di sopra dell'autorità e dell'unità.
E dove sta la verità nel 2012? Il Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa – è vero o falso? Le autorità della Chiesa che hanno prodotto Assisi III e la “beatificazione” di Giovanni Paolo II, si aggrappano al Vaticano II – è vero o falso? E quindi se la Fraternità San Pio X si sottomettesse a tali autorità, queste, usando tutto il loro prestigio e il potere sulla FSSPX che essa stessa avrebbe riconosciuto loro, farebbero tutto per dissolvere la sua resistenza contro il Vaticano II – è vero o falso? Quindi la FSSPX correrebbe il grave rischio di perdere definitivamente tutto quello che gli permette ancora di resistere a tale prestigio e a tale potere – è vero o falso? Come dicono i Romani: “Roma può aspettare”!
E allora, oggi, nella FSSPX se uno “giudica non secondo le apparenze, ma con giusto giudizio”, chi è che realmente è “divisivo”? Chi sono in realtà i “ribelli contro l'autorità”? Coloro che criticano il rischio di una tale confusione fra la Verità cattolica e l'errore conciliare, o coloro che la promuovono?
Kyrie eleison.
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Numero CCLXIX (269) - 8 settembre 2012
Il 17 aprile è stato presentato a Roma, dalla Fraternità San Pio X, un documento riservato, di natura dottrinale, nel quale si esponevano alcuni principi cattolici che tutte le autorità della FSSPX potrebbero sottoscrivere. A metà giugno Roma ha respinto il documento come base per un accordo fra Roma stessa e la FSSPX. Grazie a Dio, perché esso conteneva un'ambiguità estremamente pericolosa: in breve, l'espressione “il Magistero di sempre” si riferisce a quello fino al 1962 o a quello fino al 2012? Sta qui tutta la differenza fra la religione di Dio e la religione di Dio modificata dall'uomo moderno, cioè la religione dell'uomo. Ecco alcuni dei principi, come riassunti 18 aprile per queste autorità della FSSPX:-
“1 - â¦La Tradizione dev'essere il criterio e la guida per comprendere gli insegnamenti del Vaticano II. 2 – Così che le dichiarazioni del Vaticano II e gli insegnamenti papali del post-Concilio, relativi al dialogo interreligioso e all'ecumenismo o alla libertà religiosa, possono essere compresi solo alla luce della Tradizione completa e ininterrotta, 3 – in modo che non contrastino con le verità insegnate precedentemente dal Magistero della Chiesa, 4 – senza l'accettazione di ogni interpretazione opposta, o in rottura, con la Tradizione e quel Magistero⦔.
L'ambiguità tra il 1962 e il 2012, qui sta dietro i termini “Tradizione” e “Magistero”. Questi due termini devono essere intesi in modo che sono escluse le dottrine del Concilio (1962-1965) e le loro conseguenze, o che queste sono incluse ? Ogni seguace della Tradizione leggerà questo passo escludendole, perché sa che c'è un'enorme differenza fra la Chiesa e la neo-Chiesa. Ma chi crede nel Vaticano II potrà leggere lo stesso passo convinto che non ci sarebbe rottura fra la Chiesa di prima e quella di dopo il Concilio. Vediamo più da vicino come il tradizionalista e il conciliarista possono leggere questo passo, ognuno a modo suo.
Per prima, la lettura tradizionale:- 1- La Tradizione pre-conciliare dev'essere misura e giudice degli insegnamenti del Concilio (e non viceversa). 2 – Così che l'insegnamento conciliare e post-conciliare dev'essere interamente vagliato sulla base della totalità dell'insegnamento tradizionale precedente il Concilio , 3 – senza che ci sia contraddizione con tutto quello che il Magistero ha insegnato prima del Concilio , 4 – senza l'accettazione di alcuna interpretazione o texto che contrasti con la Tradizione e il Magistero pre-conciliari .”
Poi, la lettura conciliare (certamente quella dei Romani responsabili della Chiesa odierna): 1 – La Tradizione anteriore e posteriore al Concilio (perché tra di esse non c'è differenza) dev'essere giudice del Concilio. 2 – Così che l'insegnamento conciliare su argomenti controversi dev'essere vagliato sulla base della complessiva Tradizione della Chiesa, la pre e la post conciliare (perché solo così si ha la “completezza” della Tradizione), 3 – senza che ci sia contraddizione col Magistero pre o post conciliare (perché insegnano la stessa cosa), 4 – senza l'accettazione di alcuna interpretazione che contrasti con la Tradizione o il Magistero pre o post conciliari (perché non c'è rottura tra tutti e quattro).”
Questa lettura conciliare sta a significare che il Concilio sarà giudicato dal Concilio, e questo vuol dire evidentemente che esso sarà assolto. Mentre invece, secondo la lettura tradizionale, il Concilio è completamente condannato. L'ambiguità è mortale per la fede. Tutto questo dimostra che qualcuno sta giuocando con le nostre menti cattoliche. Chiunque sia, sia anatema!
Kyrie eleison.
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Numero CCLXVIII (268) - 01 settembre 2012
In una lettera ufficiale del 18 luglio ai Superiori di Distretto della Fraternità San Pio X, il suo Segretario generale ha reso note le sei “Condizioni” per ogni futuro accordo tra la FSSPX e Roma.
Esse sono state fortemente dibattute dai 39 capitolari ai primi di luglio e dimostrano sicuramente un'allarmante debolezza da parte dell'insieme dei capi della Fraternità.
La prima “condizione irrinunciabile” è la libertà per la Fraternità di insegnare l'immutabile verità della Tradizione cattolica e di criticare i responsabili degli errori del modernismo, del liberalismo e del Vaticano II. Buona e giusta. Ma si noti come la visione del Capitolo sia cambiata rispetto a quella di Mons. Lefebvre. Non più “ Roma deve convertirsi perché la verità è assoluta”, ma ora semplicemente “La FSSPX chiede, per se stessa , la libertà di dire la verità”. Invece di attaccare il tradimento conciliare, adesso la FSSPX vuole che i traditori le diano il permesso di dire la verità? “Oh, qual caduta fu quella!”
La seconda condizione consiste nell'utilizzo esclusivo della liturgia del 1962. Anche questa, buona e giusta, tenuto conto che la liturgia del 1962 non è quel tradimento della fede costituito dalla liturgia conciliare imposta da Roma dal 1969 in poi. Ma non stiamo vedendo come Roma si prepari ad imporre, questo dicembre, alle Congregazioni tradizionali sottomesse alla sua autorità, un “mutuo arricchimento” del Messale , che mischia Tradizione e Novus Ordo? Una volta che la FSSPX fosse sottomessa a Roma, perché dovrebbe essere più protetta?
La terza condizione chiede la garanzia di almeno un vescovo. Qui il punto chiave è: chi lo sceglierà? Lettori, nel testo di ogni futuro “accordo” con Roma, andate subito al paragrafo che parla della nomina dei vescovi. Nel 1988, Roma propose a Mons. Lefebvre di presentare una selezione di tre candidati, dai quali sceglierne uno. Roma li rigettò tutti e tre. Quand'è che la gente capirà questo? I cattolici devono lottare e combattere in questa guerra titanica tra la religione di Dio e la religione dell'uomo.
La quarta condizione auspica che la Fraternità abbia tribunali suoi propri di prima istanza. Ma se tutti gli altri tribunali a livello più alto sono della Chiesa ufficiale e possono annullare le decisioni di grado inferiore, quale sarà la forza giuridica delle decisioni cattoliche assunte dai tribunali della Fraternità?
La quinta condizione auspica l'esenzione delle case della FSSPX dal controllo dei vescovi diocesani. Incredibile! Per quasi 40 anni, la FSSPX ha combattuto per salvare la Fede, proteggendo la vera pratica di essa dall'interferenza dei locali vescovi conciliari, ed ecco oggi arriva il Capitolo generale a meramente auspicare l'indipendenza da essi! Cari lettori, la FSSPX non è più quello che era. È in mano a persone alquanto diverse da Mons. Lefebvre!
La sesta ed ultima condizione auspica una Commissione da costituire a Roma e che abbia cura della Tradizione, tramite una forte rappresentanza proveniente dalla Tradizione, ma “dipendente dal Papa”. Dipendente dal Papa? Ma i papi conciliari non sono stati i caporioni del conciliarismo? Il conciliarismo, non è più un problema?
In conclusione, queste sei condizioni sembrano molto gravi. A meno che i capi della Fraternità non vengano fuori dal sogno di pace con la Roma conciliare, che queste condizioni sembrano manifestare, l'ultimo bastione mondiale della Tradizione cattolica rischia di trovarsi sulla strada che lo porta ad arrendersi ai nemici della Fede. Forse i bastioni sono antiquati.
Amici, preparatevi a combattere per la Fede dall'interno delle vostre case. Fortificate le vostre case.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXVII (267) - 25 agosto 2012
Uno dei miei proverbi preferiti viene dalla Cina: “Il saggio biasima se stesso, lo stolto biasima gli altri”. Non perché gli altri non siano mai da biasimare, ovviamente, ma perché in genere io posso fare poco o niente perché cambi il loro comportamento, mentre invece sono padrone del mio, almeno in teoria. Com'è detto nell' Imitazione di Cristo : raramente traiamo profitto pensando ai peccati degli altri, sempre pensando ai nostri stessi peccati.
Questa antica saggezza ci è tornata in mente per una lettera di una lettrice di “Commenti Eleison” (n. 263), dove lei lamenta l'“infezione conciliare” che ha notato nel modo in cui, negli USA, le Messe Tridentine vengono celebrate dai sacerdoti e seguite dai laici. Se riassumiamo di seguito le sue tristi osservazioni, non è per gettare ombra sui sacerdoti o sui laici, ma per suggerire come ognuno di noi debba esaminare il proprio comportamento.
In generale, lei dice che l'“infezione conciliare” si è insinuata da tempo nelle cappelle della FSSPX. E arriva a dire che la situazione è già deteriorata ed è disperata: ormai il danno è fatto. È come se il latino avesse prevalso sulla Fede, come se tutto andasse bene sol perché la Messa Tridentina è detta in latino. Non avendo compreso – o fatto proprio – che cosa sia realmente la Messa – lei dice – i laici trovano normale assistere semplicemente. Molti assistono alla Messa pensando ad altro e ricevono la Santa Comunione in modo molto irriverente, proprio come nella neo-Chiesa.
Lei biasima i sacerdoti perché non spiegano a sufficienza la Fede o la Messa. E per le loro prediche, a volte si chiede se capiscano cosa stanno dicendo, mentre altre volte trova che le idee personali dei sacerdoti e l'insieme della predica si presentano come quelle conciliari. Le norme liturgiche non sarebbero rispettate, le rubriche non sarebbero corrispondenti, il Canone della Messa appare affrettato. In breve, lei non si sorprende se un certo numero di sacerdoti e di laici della FSSPX sembrano pronti per riunirsi alla neo-Chiesa, anzi, è come se già ne facessero parte.
Ora, nessuno potrebbe con giustizia sostenere che questa sua triste descrizione si adatti a tutte le Messe della FSSPX, ma la corruzione del nostro tempo è tale che un deterioramento come quello osservato dalla lettrice appare del tutto normale. Questa corruzione preme sui sacerdoti e sui laici, e significa che tutti noi abbiamo bisogno di controllare da vicino come essa possa insinuarsi in noi stessi. Come disse una volta, nel 1950, Suor Lucia di Fatima: i laici non possono più contare che il clero faccia per loro tutto il lavoro per farli andare in Cielo. In realtà essi non hanno mai potuto farlo, ma una pigra “obbedienza” è ancora oggi una tentazione comune. Se i laici vogliono che a guidarli siano dei buoni sacerdoti, e se non vogliono che la FSSPX diventi conciliare, si preoccupino di mettere ordine nel loro stesso comportamento – per esempio: come assistiamo alla Messa io e la mia famiglia?
Per quanto riguarda i sacerdoti, non dobbiamo dimenticare il grave avvertimento che il profeta Ezechiele (III, 17-21) rivolge ai pastori: se i pastori ammoniscono i fedeli per come stanno peccando e se i fedeli continuano a peccare, il Signore Iddio punirà i fedeli, ma non riterrà responsabili i pastori. Al contrario, se i fedeli peccano e i pastori non li richiamano perché stanno peccando, il Signore Iddio riterrà responsabili i pastori per i peccati dei fedeli. “Il giudizio inizii dalla casa di Dio” ( I Pt . IV, 17).
Quindi, dipende da ognuno di noi fare quant'è in nostro potere per evitare che la FSSPX diventi preda dell'“infezione conciliare”, cosa oggi più facile a dirsi che a farsi. In ogni caso, dice San Paolo ( I Cor . IV, 3-5): che ognuno di noi guardi ai propri peccati. È Dio che giudica.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXVI (266) - 18 agosto 2012
Il disprezzo della dottrina, oggi è un problema immenso. I “migliori” cattolici del nostro XXI secolo riservano un rispetto verbale all'importanza della “dottrina”, ma nel loro intimo moderno essi sentono istintivamente che anche la dottrina cattolica è una sorta di prigione per le loro menti, e la mente non dev'essere imprigionata. A Washington D. C., sul fregio all'interno della cupola del Jefferson Memorial, questo quasi-religioso tempio dedicato al campione della libertà degli Stati Uniti, scorre una sua quasi-religiosa citazione: I have sworn upon the altar of God eternal hostility against every form of tyranny over the mind of man (Ho giurato sull'altare di Dio eterna ostilità contro ogni forma di tirannia sulla mente dell'uomo). Sicuramente, tra altre tirannie sulla mente, egli pensava alla dottrina cattolica. La quasi-religione dell'uomo moderno esclude ogni dottrina fissata.
Tuttavia, una frase del “Commenti Eleison” di due settimane fa (CE 263 del 28 luglio) presenta da una diversa angolazione la natura e l'importanza della “dottrina”: Fino a quando Roma crederà nella sua dottrina conciliare non potrà non utilizzare un tale accordo (non dottrinale) per spingere la FSSPX in direzione del Concilio (Vaticano II). In altre parole, ciò che presumibilmente spinge Roma a non tenere conto della “dottrina” e a riconciliare ad ogni costo la FSSPX, è la sua convinzione circa la sua stessa dottrina conciliare. Come la dottrina cattolica tradizionale è – si spera – la forza trainante della FSSPX, così la dottrina conciliare è la forza trainante di Roma. Le due dottrine si scontrano, ma entrambe sono forze trainanti.
In altre parole, “dottrina” non è solo un insieme di idee nella testa di un uomo, o una prigione della sua mente. Quali che siano le idee che un uomo scelga di tenere in testa, la sua vera dottrina è quell'insieme di idee che muovono la sua vita . Ora, un uomo può cambiare questo insieme di idee, ma non può non averne uno . Ecco come lo diceva Aristotele: “Se vuoi filosofare, devi filosofare. Se non vuoi filosofare, devi ancora filosofare. In ogni caso un uomo deve filosofare.” Allo stesso modo, i liberali possono disprezzare un insieme di idee come fosse una tirannia, ma il ritenere che un insieme di idee sia una tirannia è ancora un'idea forza, ed è l'idea che oggi guida le vite di un'infinità di liberali e di fin troppi cattolici. Questi ultimi dovrebbero saperlo bene, ma tutti noi uomini moderni abbiamo il culto della libertà nel sangue.
Così, la dottrina, nel suo vero significato, non è solo un imprigionante insieme di idee, ma quella centrale nozione di Dio, dell'uomo e della vita, che orienta il vivere di ogni uomo vivo. Anche quando un uomo sta per suicidarsi, viene guidato dall'idea che la vita sarebbe troppo miserevole perché valga la pena di continuare. Una nozione di vita centrata sul denaro può condurre l'uomo a diventare ricco; centrata sul piacere, a diventare libertino; centrata sull'attestazione, a diventare famoso, e così via. Quale che sia la sua centrale concezione di vita, è essa la sua vera dottrina.
I Romani conciliari sono trainati dal Vaticano II, ed è questa loro nozione centrale che li porta a cancellare la FSSPX, che rigetta il Vaticano II, e finché non riusciranno in questo, o cambieranno tale loro nozione centrale, continueranno ad essere spinti a dissolvere la FSSPX di Mons. Lefebvre. Di contro, il centro motore dei chierici e dei laici della FSSPX è il raggiungimento del Paradiso, partendo dall'idea che il Paradiso e l'Inferno esistono, e che Gesù Cristo e la Sua vera Chiesa forniscono il solo e unico modo sicuro per andare in Paradiso. Essi sanno che questa dottrina che li guida non è una loro fantasiosa invenzione, quindi non vogliono che essa possa essere minata o sovvertita o corrotta dai miserabili neo-modernisti della neo-Chiesa, guidati dalla loro falsa, conciliare, nozione di Dio, dell'uomo e della vita. Lo scontro è totale.
Né può essere evitato, come vogliono supporre i liberali. Se vince la falsità, alla fine saranno le pietre che grideranno ( Lc . XIX, 40). Se vince la Verità, Satana susciterà ancora un errore dopo l'altro, fino alla fine del mondo. “Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato.”, dice Nostro Signore ( Mt . XXIV, 13).
Kyrie eleison.
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Numero CCLXV (265) - 11 agosto 2012
A proposito del dramma delle anime che cadono nell'Inferno (e molti scelgono di farlo – Mt . VII, 13; XXII, 14), un lettore solleva il classico problema che può essere inquadrato brevemente come segue. O Dio vuole che le anime si dannino, o non lo vuole. Se lo vuole, è crudele. Se non lo vuole, eppure succede, allora Dio non è onnipotente. Quindi: o Egli è crudele o non è onnipotente? Quale dei due?
Subito vediamo di stabilire che Dio non manda alcuna anima all'Inferno. Ognuna delle molte anime dannate ha condotto se stessa all'Inferno con una serie di scelte che essa ha fatto liberamente durante la sua permanenza sulla terra. Dio ha dato ad essa la vita, il tempo e il libero arbitrio, insieme ad un gran numero di aiuti naturali e di grazie soprannaturali, per convincerla a scegliere di andare in Paradiso, ma se essa le rifiuta, allora Dio lascia che abbia ciò che ha voluto, cioè un'eternità senza di Lui. E per un'anima fatta da Dio solo per possedere Dio, questa perdita di Dio è di gran lunga la più crudele delle sofferenze dell'Inferno. Quindi Dio desidera che l'anima scelga il Paradiso (“vuole che tutti gli uomini siano salvati” – I Tim. II, 4), ma vuole permetterle il male della scelta dell'Inferno, al fine di trarre da questo male un bene maggiore .
Si noti qui l'uso dei due verbi “desiderare” e “volere”. “Volere” qualcosa è più energico che il mero “desiderarla”. È così che un padre di famiglia può anche non desiderare che suo figlio soffra le aspre esperienze della vita, ma in vista di tutte le circostanze egli può volere che il figlio le patisca, perché sa che questo è il solo mezzo perché impari. Allo stesso modo, nella parabola del Figliol Prodigo, il padre non desidera che il figlio più giovane lasci la casa e sperperi i suoi beni, ma vuole lasciarglielo fare perché in effetti il padre sa che da questo può venirne del bene – il ritorno a casa del figlio, ora pentito: un giovane più afflitto, ma più saggio.
Allo stesso modo, Dio desidera per un verso che tutte le anime si salvino, perché è per questo che Egli le ha create, ed è per questo che Egli è morto per tutte loro sulla Croce, dove una gran parte delle sue sofferenze consistette proprio nella sua consapevolezza che molte di esse non avrebbero scelto di approfittare della loro redenzione per salvarsi. Un Dio così in nessun caso può essere considerato o chiamato crudele! Per altro verso, Dio non vuole che tutte le anime si salvino, se loro stesse non lo vvogliono, perché se lo volesse lui sarebbero tutte salve, visto che Egli può tutto: è l'onnipotente. Ma, date tutte le circostanze, questo in pratica significherebbe disprezzare la libera scelta di quelle che, abbandonate a se stesse, sceglierebbero di non essere salvate, significherebbe cioè violare il loro libero arbitrio. E invece, basta vedere con quanta passione gli stessi uomin i apprezzino il loro libero arbitrio, come disprezzino il prendere ordini o come amino essere indipendenti. Essi sanno che il libero arbitrio è la prova che non sono animali o robot. Così Dio preferisce che il suo Paradiso sia popolato di uomini e non di animali o robot, ed è per questo che non vuole che tutti gli uomini siano salvati, se loro stessi non lo vogliono.
Ma Dio non vuole che le anime siano dannate, perché questo sarebbe di nuovo una crudeltà da parte sua. Egli vuole solo permettere che esse si dannino, in vista del bene che le anime possano acquisire l'eternità per loro libera scelta, così che Egli avrà un Paradiso di esseri umani e non solo di animali o robot.
E allora, il suo desiderio di salvare tutte le anime significa che Egli non è affatto crudele, mentre la dannazione di molte anime prova che da parte sua non v'è mancanza di onnipotenza, ma la scelta di dar valore al libero arbitrio delle sue creature e l'infinita gioia che prova nel premiare col Paradiso le anime che hanno scelto libremente di amarlo sulla terra.
Madre di Dio, adesso e nell'ora della mia morte, aiutami ad amare tuo Figlio e a scegliere il Paradiso!
Kyrie eleison.
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Numero CCLXIV (264) - 04 agosto 2012
Come molti di voi sanno, un certo vescovo è stato escluso dal Capitolo Generale, la riunione dei capi della Fraternità San Pio X, tenutosi il mese scorso a Ecône, Svizzera. Per confermare l'esclusione sembra che sia stato fatto uso dell'adattamento di “Commenti Eleison” (n° 257 del 16 giugno) dell'apparente desiderio omicida di San Paolo che voleva tagliare fuori i corruttori della fede cattolica (Galati V, 12). In realtà, Ambrogio, Girolamo, Agostino e Crisostomo ritengono tutti che in quel contesto ( Gal. V, 1-12) il pensiero fosse rivolto alla virilità dei giudaizzanti piuttosto che alle loto vite, e Crisostomo pensa che sia uno scherzo.
Tuttavia, quando ho sentito dell'uso serio che nel Capitolo si è fatto di tale scherzo, devo ammettere che ho avuto una visione un po' birichina: ho immaginato i miei nobili colleghi del quartier generale della FSSPX che guardavano fuori dalle finestre, nella notte, per vedere se non potesse esserci un allampanato vescovo inglese, travestito da Jack lo Squartatore, che si aggirasse tra i cespugli con un lungo coltello da scalco luccicante alla luce lunare, alla ricerca di qualcuno da fare a pezzi. Cari colleghi, dormite sonni tranquilli – io non ho ambizioni omicide. Davvero no!
Ma il Capitolo è stato una faccenda seria. Cos'ha prodotto? Soprattutto una Dichiarazione, resa pubblica pochi giorni dopo, e sei condizioni per un futuro accordo Roma- FSSPX, trapelate presto su internet (visto che molte anime stanno attualmente affidando la propria fede e la loro salvezza a chi guida la FSSPX, trovo tale fuga di notizie non irragionevole). Ora, ogni onore alle persone buone del Capitolo che, a detta di tutti, hanno fatto del loro meglio per limitare i danni, ma se la Dichiarazione e le condizioni ci dicono qual è l'intento attuale dell'insieme dei capi della Fraternità, allora c'è da preoccuparsi.
Circa questa Dichiarazione del 2012, è sufficiente confrontarla brevemente con la Dichiarazione di Mons. Lefebvre del 1974, per chiedersi cosa sia accaduto alla sua Fraternità. Considerato che Monsignore denunciò esplicitamente e ripetutamente la riforma attuata dal Vaticano I (“uscita dal liberalismo e dal modernismo, è tutta e interamente avvelenata; essa nasce dall'eresia e finisce nell'eresia”) con parole che attirarono su di lui l'ira dei papi conciliari, invece questa Dichiarazione del 2012 si limita a riferirsi al Concilio una sola volta, parlando di “novità” semplicemente “viziate da errori”, in termini che, si può facilmente immaginare, possono essere sottoscritti da Benedetto XVI dall'inizio alla fine. La FSSPX ritiene che i papi conciliari non rappresentino più un problema serio?
Circa le sei condizioni per ogni futuro accordo Roma-FSSPX, esse meritano un esame approfondito, ma per il momento sia sufficiente far notare che la deliberazione del Capitolo Generale del 2006, che stabilì che ogni accordo pratico doveva essere preceduto da un accordo dottrinale, sembra completamente accantonata. Ritiene oggi la FSSPX che la dottrina dei Romani a cui si sottometterebbe non è più così importante? Oppure è la stessa FSSPX che sta cedendo al fascino del liberalismo?
Per un punto di vista opposto, mi permetto di raccomandare la collezione, dal 1994 al 2009, di “Sermons and Doctrinal Conferences” di Sua Eccellenza Jack la Squartatore, adesso disponibili in sette CD su http://truerestorationpress.com/node/52 , con speciali incentivi per l'acquisto fino a fine mese. Non tutte le parole di queste 30 ore di registrazioni audio sono oro, alcune sono indubbiamente troppo accalorate, ma almeno ci si sforza di sbudellare i nemici e non gli amici della nostra fede cattolica.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXIII (263) - 28 luglio 2012
I cattolici che desiderano mantenere la fede, possono assistere ad una Messa tridentina celebrata da un sacerdote che fa parte della Chiesa conciliare, per esempio, appartenente all'Istituto Cristo Re o alla Fraternità San Pietro? La risposta dev'essere che, di regola, un cattolico non può assistere a tale Messa, anche se si tratta di una Messa tridentina e anche se è degnamente celebrata. Quale può essere la giustificazione per una tale norma apparentemente rigida?
La ragione fondamentale è che la Fede cattolica è più importante della Messa. Se, non per colpa mia, non posso assistere alla Messa anche per lungo tempo, ma mantengo la fede, posso ancora salvare la mia anima; se invece perdo la fede, ma in qualche modo continuo ad assistere alla Messa, non potrò salvare la mia anima (“Senza la fede è impossibile piacere a Dio” – Eb . XI, 6). Cosicché io assisto alla Messa per vivere la mia fede e, conoscendo l'interdipendenza di fede e culto, io assisto alla vera Messa per conservare la vera fede. Non mantengo la fede allo scopo di assistere alla Messa.
Ne consegue che se la celebrazione di una Messa tridentina è accompagnata da circostanze che rischiano di minare la mia fede, a seconda della gravità del rischio non posso assistere a tale Messa. È per questo che, nonostante le Messe celebrate dai preti ortodossi scismatici possano essere valide, la Chiesa, quand'era sana, usava proibire ai cattolici di assistervi sotto pena di peccato grave, perché, visto che il credo e il culto sono interdipendenti, il culto non cattolico minaccia la fede dei cattolici. Ora, nel corso dei secoli l'Ortodossia ha causato un danno enorme alla Chiesa cattolica, ma questo è paragonabile alla devastazione operata nella Chiesa, in sole poche decine di anni, dal conciliarismo? Se dunque ai cattolici è stato vietato di assistere alla Messa accompagnata dalle circostanze ortodosse, non è normale che la Chiesa sana proibisca l'assistenza alla Messa tridentina accompagnata dalle circ ostanze conciliari?
Ma cosa s'intende per circostanze conciliari? La risposta che s'impone è: ogni circostanza che, in un tempo più o meno lungo, finisce col farmi pensare che il Concilio Vaticano II non sia stato un immane disastro per la Chiesa. Tale circostanza potrebbe consistere, per esempio, in un simpatico sacerdote che crede che non ci sia alcun problema nel celebrare o la nuova o la vecchia Messa, e che predica e agisce come se il Concilio non presentasse alcun serio problema. Il conciliarismo è così pericoloso perché può essere praticato in modo da sembrare cattolico, tale che io possa perdere la fede senza – o quasi senza – rendermene conto.
Naturalmente, il buon senso permette di prendere in considerazione tutta una serie di circostanze particolari. Per esempio quella di un buon sacerdote che, intrappolato nella Chiesa conciliare, potrebbe aver bisogno del mio incoraggiamento per incominciare a venirne fuori, proprio attraverso la mia assistenza alle sue prime celebrazioni della vera Messa. Ma la regola generale deve rimanere quella che io non debbo avere niente a che fare con una vera Messa celebrata in un contesto conciliare. Come conferma, si guardi a come Roma, con l'Istituto del Buon Pastore, abbia iniziato permettendogli di celebrare esclusivamente la vera Messa: Roma sapeva che una volta che l'Istituto avesse abboccato all'amo ufficiale, alla fine avrebbe potuto sicuramente tirarlo nella sua rete conciliare. Infatti, sono bastati appena cinque anni.
Questo è il pericolo di ogni accordo pratico senza previo accordo dottrinale fra Roma e la Fraternità San Pio X. Fino a quando Roma crederà nella sua dottrina conciliare non potrà non utilizzare un tale accordo per spingere la FSSPX in direzione del Concilio, e il contesto di ogni Messa celebrata dalla FSSPX diverrebbe conciliare, se non rapidamente, certo nel lungo periodo. Uomo avvisato è mezzo salvato.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXII (262) -21 luglio 2012
La buona notizia dal Capitolo Generale della Fraternità San Pio X, che si è chiuso sabato, è che la FSSPX, condotta sull’orlo del suicidio, ne ha ricevuto una dilazione dal Capitolo. Tuttavia, se le seguenti parole pronunciate in una intervista diffusa in tutto il mondo, sono indicative delle intenzioni dei capi ancora in carica per altri sei anni, saranno necessarie ancora preghiere perché tale dilazione si mantenga. Ecco ciò che è stato detto (reperibile su YouTube: Traditionalist leader talks about his movement): -
“Molte persone hanno una comprensione del Concilio (Vaticano II) che è una cattiva comprensione, e oggi ci sono persone a Roma che lo dicono. Noi possiamo dire, nelle discussioni (fra Roma e la Fraternità San Pio X, dal 2009 al 2011), io penso, noi vediamo che molte cose che noi (la FSSPX) avremmo condannato come provenienti dal Concilio, vengono in effetti non dal Concilio, ma dalla comune comprensione di esso.”
Per fare un commento, dobbiamo riandare al Vaticano II. Nel contenere sia verità sia errori, i suoi 16 documenti sono profondamente ambigui e contraddittorii. Al seguito di Mons. Lefebvre, la FSSPX non ha mai detto che i documenti non contengano verità, ma li ha sempre accusati di contenere errori gravi, come per esempio la dottrina che lo Stato non abbia il diritto di reprimere le religioni non cattoliche. La Roma conciliare ha sempre difeso i documenti, per esempio facendo riferimento alle opposte verità in essi contenute, come quella che in materia religiosa ogni uomo deve cogliere e professare la verità. Ma le verità non sono mai state il problema. Il problema sta nell’errore e nella contraddizione. Per esempio, se un insieme di individui, come lo Stato, può essere neutrale riguardo alla religione, perché non dovrebbe esserlo l’individuo singolo? La contraddizione spalanca la porta alla liberazi one dell’uomo da Dio – al liberalismo.
I colloqui dottrinali dal 2009 al 2011 si sono svolti per esaminare lo scontro dottrinale tra il soggettivismo conciliare dei Romani e l’oggettivismo dei cattolici della FSSPX. Essi hanno mostrato, naturalmente, che la contrapposizione è profonda e inconciliabile, non tra la verità conciliare e la verità cattolica, ma tra l’errore conciliare e la verità cattolica, in pratica tra la religione dell’uomo e la religione di Dio.
Ed ecco che oggi arriva il portavoce, ad affermare che delle “persone a Roma” hanno ragione, e che siamo “noi” che sbagliamo, cioè la FSSPX, perché “molte cose” che la FSSPX ha condannato costantemente come derivanti dal Concilio, derivano solo dalla “comune comprensione” di questo stesso Concilio. In altre parole, Monsignore e la sua Fraternità avrebbero sbagliato fin dall’inizio ad accusare il Concilio e di conseguenza a resistere alla Roma conciliare. Ne consegue che le consacrazioni episcopali del 1988 sarebbero state una decisione non necessaria, perché i vescovi conciliari sarebbero stati affidabili per prendersi cura della Tradizione cattolica. Eppure, Monsignore chiamò quella consacrazione “operazione sopravvivenza” e definì il fidarsi di Roma “operazione suicidio”.
Oggi, il portavoce – coerentemente con le parole su citate – è sicuramente favorevole all’accordo Roma-FSSPX. Per di più, due mesi fa in Austria, egli avrebbe suggerito che questo accordo impegnerebbe la Roma conciliare con la scelta dei futuri vescovi della FSSPX. Quindi, a meno che Roma non abbia smesso di essere conciliare fin dai giorni di Monsignore, e la totale evidenza grida contro una tale illusione, oggi lo stesso Monsignore avrebbe detto che il portavoce si sta facendo promotore dell’“operazione suicidio” della FSSPX – tranne che il portavoce non abbia smentito quelle parole.
Kyrie eleison.
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Numero CCLXI (261) - 14 luglio 2012
Avevamo promesso che nell'ultimo numero di questa serie di articoli di “Commenti Eleison” ispirati dal libro del Dott. Wolfgang Schüler su “ Benedetto XVI e l'auto-comprensione della Chiesa ”, la principale lezione si sarebbe potuta applicare all'attuale situazione della Fraternità San Pio X. L'applicazione è stata già suggerita: se si può essere cattolici solo appartenendo all'organismo vivente della Chiesa cattolica, allora, appartenendo all'organismo della Chiesa conciliare, si diventerà conciliari.
Benedetto XVI sostiene che pezzi cattolici separati della Chiesa cattolica appartengono ancora alla Chiesa di Cristo. Il Dott. Schüler, seguendo Nostro Signore ( Gv . XV, 1-7), sostiene invece che essendo la Chiesa un organismo vivente, i rami tagliati da esso appassiscono e muoiono, perché ciò che dà loro la vita è la pianta. Ne consegue che se la FSSPX s'innesta alla pianta conciliare, che è interamente ammalata della religione dell'uomo del Vaticano II, questa pianta trasmetterà la sua malattia alla FSSPX. Ecco tre citazioni di Monsignore Lefebvre che illustrano questa realtà:-
Nel 1984, ben prima delle consacrazioni episcopali del 1988, egli condannava già l'illusione che la FSSPX “tornando nella Chiesa sarebbe stata in grado di combattere, facendo questo o quello”. E replicava: “Questo è assolutamente falso. Non si può tornare in una struttura, mettersi sotto i suoi superiori e pensare che una volta dentro si possa mettere tutto sottosopra. La realtà è che essi hanno tutto ciò che serve per strangolarci. Hanno tutta l'autorità”.
Nel 1988, appena prima delle consacrazioni, diceva: “Roma vuole che tutto vada verso il Vaticano II, mentre lascerebbe a noi un po' di Tradizione. (â¦). Essi non hanno mutato la loro posizione. Non possiamo metterci nelle mani di queste persone. Sarebbe un prenderci in giro. Non intendiamo lasciarci divorare. (â¦) A poco a poco la Tradizione sarebbe compromessa”.
Nel 1989, poco dopo le consacrazioni, rispondeva all'obiezione che la FSSPX avrebbe fatto più bene alla Chiesa stando dentro che rimanendo fuori. E replicava: “Di quale Chiesa stiamo parlando? Se si intende la Chiesa conciliare, noi abbiamo lottato contro il Concilio per 40 anni perché vogliamo che la Chiesa sia cattolica, dovremmo rientrare in questa Chiesa conciliare allo scopo, presumibile, di renderla cattolica. Questa è una totale illusione. Non sono i sottoposti che fanno i superiori, ma i superiori che fanno i sottoposti. In mezzo a tutta la Curia romana, in mezzo a tutti i vescovi del mondo che sono progressisti, sarei rimasto completamente sommerso. Non avrei potuto fare nulla.”
In conclusione, se con un accordo pratico o con la regolarizzazione canonica la FSSPX si mettesse sotto le autorità conciliari della Chiesa, che sono ancora fermamente attaccate alle idee del Vaticano II, come hanno pienamente dimostrato i colloqui dottrinali del 2009-2011, la sua difesa della vera Fede sarebbe “strangolata, divorata, sommersa”. Innestata all'insieme della vivente Chiesa conciliare, la FSSPX non potrebbe apportare alcun aiuto perché riceverebbe da questa Chiesa la malata vita conciliare. Dio non voglia!
Kyrie eleison.
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Numero CCLX (260) - 07 luglio 2012
I parallelismi tra il Vaticano II e i recenti avvenimenti all'interno della Fraternità San Pio X sono così impressionanti che tali avvenimenti potrebbero essere chiamati Vaticano II bis. E a ragione. Esattamente la stessa seduzione e la stessa pressione del mondo moderno, che produssero il crollo dei vertici ecclesiastici negli anni '60, hanno suggestionato un certo numero di membri della FSSPX negli anni 2000, conducendo la FSSPX vicino al collasso. Recentemente mi imaginavo una madre che raccontava una storiella al suo bambino nel metterlo a letto:-
“C'era una volta una Chiesa cattolica fiorente, che però era circondata da un malvagio mondo moderno. Allora la Chiesa condannò i princípi moderni su cui si basava quel mondo, ma a quel mondo non piaceva essere condannato e allora fece tutto il possibile per infiltrarsi nella Chiesa e fermare le sue condanne. A quel punto, avvenimenti come le due terribili Guerre Mondiali dimostrarono che la Chiesa aveva ragione e allora un gran numero di anime si unirono alla Chiesa perché era capace di fornire le vere soluzioni per i problemi del mondo.
“Ma ecco che accadde il disastro! Proprio quando tante anime si arrendevano al dolce giogo di Cristo, i capi di quella Chiesa decisero che, dopo tutto, il mondo aveva ragione e nel corso di una grande riunione a Roma, durata quattro anni, cambiarono i princípi della Chiesa per adattarsi al mondo moderno. Divennero amici con tutti i vecchi nemici della Chiesa e furono molto crudeli con i veri amici della Chiesa che non vollero avere niente a che fare coll'aggiornamento. Questi veri amici erano solo una piccola minoranza di cattolici, perché avendo imparato nei secoli a riporre molta fiducia nei loro capi, i cattolici continuarono a fidarsi di essi anche quando tradirono la Chiesa. E allora Iddio, nella sua misericordia, diede a questi veri amici un capo scelto tra loro, un vero Arcivescovo cattolico, e così essi incominciarono a radunarsi e diedero vita ad un fiorente movimento di resistenza.
“Ma il movimento era accerchiato dalla cattiva neo-Chiesa ai cui nuovi-preti non piaceva essere condannati come modernisti dal movimento, e allora essi fecero tutto quello che era in loro potere per soffocarlo. Ma eventi come lo svuotamento e la chiusura di un istituto dopo l'altro della neo-Chiesa dimostrarono che il movimento aveva ragione, e allora sempre più anime cattoliche incominciarono ad avviarsi verso il movimento per le sue vere soluzioni ai problemi altrimenti insolubili, sia del mondo moderno, sia della neo-Chiesa che si era unita a quel mondo.
“Ma ecco che accade il disastro! Proprio quando il movimento stava guadagnando sempre più anime per il collasso della neo-Chiesa, i capi del movimento incominciarono a dire che i mali del mondo moderno venivano esagerati e che quella famosa riunione di quattro anni, dopo tutto, non era poi stata così male. E allora questi capi incominciarono a fare amicizia con gli uomini della neo-Chiesa e a dimostrare una grande durezza verso tutti i membri del movimento che insistevano nel condannare la neo-Chiesa e i suoi falsi princípi; e peggio ancora, ad essi non mancarono dei seguaci nel movimento, perché i cattolici erano abituati a pensare che sarebbero stati sleali se non si fossero fidati dei loro capi”
“Oh, mamma, ma nelle storielle non finisce che poi tutti sono felici e contenti?”
“Tesoro, non te lo so dire. La storiella non è ancora finita. Adesso méttiti a dormire”
Kyrie eleison.
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Numero CCLVIII (258) - 23 giugno 2012
Se i fiori parlano (cfr. CE 255), allora possono anche insegnare: il valore del tempo, la giustizia di Dio, l'armonia di grazia e natura.
Per esempio, se Dio esiste e non è ingiusto nello stabilire che l'intera eternità delle anime dipenda dalle scelte fatte durante la loro breve vita, durasse anche 90 anni, allora è ovvio sia che ogni momento di questa vita conti, sia che in ogni momento (anche se non sempre con la stessa forza) Dio ci chieda di unirci a Lui per l'eternità. Ecco perché ha senso che Egli possa parlare tramite i fiori o qualsiasi altro dono della sua creazione, perché quale anima vivente può dire sinceramente di non avere qualcosa o qualcuno da amare? Anche il più arrabbiato degli “atei” ha, per esempio, il suo cane o le sue sigarette. E Chi ha disposto i cani e le piante di tabacco e li ha fatti riprodurre fino ai nostri giorni?
Così, fino a prima di morire l'“ateo” può ancora affirmare che Dio non ha mai parlato con lui, ma un istante dopo la sua morte egli coglierà in un lampo che in ogni momento della sua vita di veglia, Dio lo ha chiamato tramite qualche creatura o altro che stava intorno a lui. “Adesso sono ingiusto”, potrebbe chiedergli Iddio, “se ti condanno per ogni restante momento (per cosí dire) della mia vita, visto che per ogni momento della tua vita mi hai rifiutato? Adesso ricevi ciò che hai scelto. Via, lontano da Me!” ( Mt. XXV, 41)
Al contrario, prendiamo un'anima che ha approfittato di ogni momento della sua vita per amare il grande e buon Dio dietro tutte le cose buone di cui ha goduto, e che ha riconosciuto il permesso della Sua divina Provvidenza anche dietro tutte le cose cattive che ha subite. Come potrebbe aver bisogno di un riconoscimento, o della fama, la presenza nei giornali, o di rimpinzare i suoi cassetti di foto delle vacanze, per dare un significato alla sua vita? Non c'è da meravigliarsi che in epoche passate delle anime dotate abbiano potuto scegliere di seppellire i loro talenti in un chiostro o in un monastero per dedicarsi interamente all'amore di Dio. Veramente ogni momento del nostro tempo è di incommensurabile valore, perché ad ogni momento è legata la buona o cattiva incommensurabile eternità.
Per di più, il parlare dei fiori può aiutarci a dare senso ad un altro noto problema: come possono essere condannate le anime non cattoliche che non hanno le fede cattolica perché i missionari non le hanno mai raggiunte? Qualunque mistero vi sia qui, può essere risolto almeno in parte, umanamente parlando, se ci si ricorda che è lo stesso Dio che crea i fiori e che ha istituito la Chiesa cattolica. Così se la Provvidenza di Dio ha permesso che la verità cattolica non giungesse mai alle orecchie di una data anima, nondimeno quell'anima non potrà sostenere di non sapere alcunché del vero Dio e potrà essere giudicata per ciò che sapeva, per esempio la bellezza degli strati di nuvole, delle albe, dei tramonti. Contemplandole, avrà esclamato come il pagano Giobbe (XIX, 25): “Io lo so che il mio Salvatore è vivo”? O non avrà invece detto: “Si, certo, questo è; carino, ma ora lasciatemi visitare la moglie del mio vicino!”?
In realtà, certe lamentele che oggi gli uomini rivolgono al loro Creatore, riguardano anche i cattolici, perché molti cattolici, come tanta gente oggi, sono più o meno separati dalla natura a causa delle loro vite urbane o suburbane, così che la loro “spiritualità” diventa di conseguenza artificiale. “Guai a chi non ha mai amato un animale”, ha detto qualcuno. I bambini sono vicini a Dio. Guarda con quanta naturalezza i bambini amano gli animali.
Grande e buon Dio, concedici di vedere dove sei, in fondo a tutto e a tutti, in ogni momento.
Kyrie eleison.
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Numero CCLVII (257) - 16 giugno 2012
«O stolti Galati», grida San Paolo (Gal III, 1), rimproverando severamente uno dei suoi beneamati greggi che stava cedendo o voleva tornare dal Nuovo al Vecchio Testamento per soddisfare i giudaizzanti che volevano renderli nuovamente “schiavi degli elementi del mondo” (IV, 3). È quanto mai facile applicare la filippica dell'Apostolo ai cattolici tradizionali che attualmente sono tentati di scivolare indietro sotto le autorità conciliari, per soddisfare Nostra Aetate . Ma il mondo è sempre lo stesso, carne e diavolo, così, scusandomi con San Paolo, lasciatemi adattare alcuni versetti della Lettera ai giorni nostri: -
« O stolti Cattolici Tradizionali! Chi vi ha ammaliati, così che non dovreste seguire la Tradizione di Nostro Signore Gesù Cristo, come vi è stata esposta? Questo solo io vorrei sapere da voi: avete condotto una vita cattolica per tanti anni grazie al Vaticano II, o grazie alla Tradizione Cattolica? Siete così privi d'intelligenza che dopo aver sperimentato i frutti della Tradizione, ora volete rinunciarvi rimettendovi sotto le autorità conciliari? Avete colto tanti frutti invano? (III, 1-4)?
« Mi meraviglio che così in fretta vi allontaniate dalla linea di Mons. Lefebvre che vi ha chiamati alla grazia di Cristo, per volgervi verso il nuovo vangelo del Vaticano II, che non è affatto un vangelo; solo che sono i modernisti che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo del Cielo cercasse di dirvi che il Concilio non è poi così male, buttatelo fuori e non ascoltatelo! Lasciatemelo dire di nuovo: chiunque pretenda che Monsignore Lefebvre sarebbe stato a favore di un accordo con la Roma conciliare, buttatelo fuori! Quali interessi stiamo perseguendo? Stiamo cercando di piacere ai Romani o di piacere a Dio? Se io piacessi ai Romani, non sarei più servitore di Cristo! (I, 6-10).
« Prima che giungeste alla Tradizione servivate gli uomini di Chiesa che stavano portando la Chiesa verso il mondo. Ma dopo aver trovato la Tradizione, come potete aver voglia di tornare indietro col mondo, sotto le autorità conciliari? (IV, 8-9)? Sono dunque diventato un nemico della Fraternità perché dico la verità? Quelli che vi fuorviano dicono di guardare ai vostri interessi, ma vogliono che dimentichiate Monsignore Lefebvre, in modo da servire i loro interessi (IV, 16-17). State dunque saldi e non ritornate sotto il giogo del Concilio (V, 1). Stavate così bene. Com'è che adesso vi state allontanando dalla verità? Chi vi sta facendo questo non è servitore di Dio! Io sono fiducioso che voi ritornerete ai vostri intendimenti, ma chi vi sta fuorviando ha una grave responsabilità. Pensate che sarei così perseguitato se predicassi il mondo? Con chi sta corrompend o la Tradizione serva il coltello per più che solo la circoncisione (V, 7-12) !
« Coloro che vogliono che la Fraternità ripeta il Vaticano II, semplicemente stanno cercando di evitare di essere perseguitati a causa della croce di Cristo. Vogliono che siate mondani, mantenendo solo l'apparenza esterna della Tradizione. Vogliono tornare con i giudaizzanti di Roma, ma Dio non permetta che io voglia qualcosa di diverso dalla Croce del Signore Nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Su quanti seguiranno la Tradizione in questo modo, sia pace e misericordia . (VI, 12-16)»
Si legga adesso la Lettera stessa di San Paolo. E nessuno dica che la Parola di Dio non sia più applicabile!
Kyrie eleison.
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Numero CCLVI (256) - 9 giugno 2012
Fino a quando non decise finalmente di consacrare dei vescovi per la Fraternità San Pio X, nel giugno del 1988, Mons. Lefebvre era combattuto, come tutti i cattolici dopo il Vaticano II, fra la Verità cattolica e l'Autorità cattolica, che quel Concilio, seguendo il mondo moderno, aveva tra loro separate. Ciò nonostante, una volta presa quella decisione, che ha dimostrato con chiarezza essere stata la salvezza della Tradizione cattolica, fu come se nella sua mente tutto fosse tornato al suo posto, e da allora egli non esitò più, fino alla morte sopraggiunta due anni e mezzo dopo.
Come esempio della sua chiarezza d'idee, ecco una lettera da lui scritta il 18 agosto del 1988, a Dom Tomas de Aquino, giovane Priore del monastero che era stato fondato in Brasile dai monaci del monastero tradizionale benedettino di Le Barroux, del Sud della Francia, retto da Dom Gérard. Ahimé, pochi giorni dopo le consacrazioni di Ecône, Dom Gérard aveva rotto con la FSPX, per integrare il suo monastero nella Chiesa conciliare. Ecco cosa scrisse Monsignore a Dom Tomas:-
“ Mi dispiace molto che lei sia dovuto partire prima degli eventi di Le Barroux [la defezione di Dom Gérard]. Sarebbe stato più facile considerare la situazione derivata dalla disastrosa decisione di Dom Gérard .
“ Nella sua dichiarazione, egli espone ciò che gli è stato concesso e accetta di porsi all'obbedienza della Roma modernista, che rimane fondamentalmente antitradizionale, cosa che ha motivato la mia presa di distanza. Al tempo stesso, egli vorrebbe conservare l'amicizia e il sostegno dei tradizionalisti, cosa che è inconcepibile. Egli ci accusa di ‘resistenzialismo'. Io lo avevo messo sull'avviso, ma la sua decisione era già stata presa da tempo e non ha voluto ascoltare i miei consigli.
“ Adesso le conseguenze sono inevitabili. Non manterremo più alcuna relazione con Le Barroux e stiamo avvisando tutti i nostri fedeli perché non prestino più aiuto ad un'opera che ormai è nelle mani dei nostri nemici, i nemici di Nostro Signore e del Suo Regno universale. Le suore benedettine [collegate a Le Barroux] sono angosciate. Sono venute a trovarmi. Ho dato loro lo stesso consiglio che do a lei: conservare la propria libertà e rigettare tutti i legami con questa Roma modernista .
“ Dom Gérard utilizza ogni argomento per paralizzare la resistenza. (â¦) Don Tam le dirà ciò che non ho scritto qui. (â¦) Che Dio benedica lei e il suo monastero. Mons. Marcel Lefebvre”.
Successivamente, Dom Gérard visitò il monastero in Brasile, perché lo seguisse nella Neo-Chiesa, ma il giovane Dom Tomas rimase coraggiosamente al suo posto, e sotto la sua guida il monastero è rimasto tradizionale fino ad oggi. Ciò che non appare nella lettera sovrastante è che Monsignore incoraggiò Dom Tomas a radunare a Le Barroux i monaci fedeli e ad espellere Dom Gérard!
Questa era la chiarezza d'idee e la volontà di Monsignore dopo le consacrazioni episcopali. Ci si chiede come alcuni dei suoi figli possano avere voglia oggi di “ porsi all'obbedienza della Roma modernista, che rimane fondamentalmente antitradizionale ”, o al servizio di un Papa soggettivista che ha un'impossibile comprensione dell'oggettiva Tradizione cattolica. Tale è il potere di seduzione, sempre più crescente, del mondo soggettivista che ci circonda. La follia del soggettivismo è divenuta così normale, così diffusa, che poche persone se ne accorgono più. “Il nostro aiuto è nel nome del Signore”.
Kyrie eleison.
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Numero CCLV (255) - 2 giugno 2012
Dio è l'Essere infinito, infinità Verità, infinita Bontà, infinitamente giusto e infinitamente misericordioso. Così insegna la Sua Chiesa, e l'idea è grande e bella, così che io non ho alcuna obiezione. Ma poi vengo a sapere che la Sua Chiesa insegna anche che per un solo peccato mortale l'anima può essere condannata per tutta l'eternità a sofferenze dure e crudeli al di là di ogni immaginazione, e questo non è bello. Incomincio ad obiettare.
Per esempio, io non fui mai consultato prima che i miei genitori decidessero di mettermi al mondo, né fui consultato, per così dire, sui termini del contratto della mia esistenza. Se fossi stato consultato avrei potuto obiettare circa tale alternativa estrema tra inimmaginabile felicità e inimmaginabile tormento, che, come insegna la Chiesa sono entrambe senza fine. Avrei potuto accettare un “contratto” più moderato, dove in cambio di un Cielo abbreviato avrei accettato il rischio di un Inferno abbreviato; ma non fui consultato. L'infinità di entrambi mi sembra del tutto sproporzionata rispetto a questa mia breve vita sulla terra: 10, 20, 50, perfino 90 anni, oggi qui e poi non più. Ogni uomo è come l'erba – “al mattino fiorisce e germoglia⦠alla sera è falciata e dissecca” (Sal. LXXXIX, 6). Lungo questa linea di pensiero Dio sembra così ingiusto che io mi domando seriamente se realmente Egli esista.
La questione ci obbliga a riflettere. Supponiamo che Dio esista; che Lui è giusto come la Sua Chiesa dice che sia; che è ingiusto imporre a qualcuno un pesante fardello senza il consenso della persona; che questa vita è breve, un mero sbuffo di fumo a paragone di come dev'essere l'eternità; che per giustizia a nessuno può essere imposta una punizione terribile se non ha avuto la consapevolezza di commettere un terribile crimine. Quindi, come può questo supposto Dio essere giusto? Se è giusto, logica vuole che ogni anima che raggiunge l'età della ragione debba vivere abbastanza a lungo per conoscere almeno la scelta che deve compiere per l'eternità e l'importanza di questa scelta. Ma per esempio com'è possibile questo nel mondo di oggi, dove Dio è così universalmente trascurato e sconosciuto nella vita degli individui, delle famiglie e degli Stati?
La sola risposta possibile è che Dio viene prima di individui, famiglie e Stati, e che “parla” entro ogni anima, a prescindere da tutti gli esseri umani e indipendentemente da essi, così che anche un'anima religiosa la cui educazione è stata nulla e vuota sia anche consapevole che in ogni giorno della sua vita sta facendo una scelta, che la sta facendo da sola e per se stessa, e che tale scelta ha delle conseguenze enormi. Ma. ancora una volta, com'è possibile questo, data l'empietà del mondo che ci circonda, com'è oggi il nostro?
È possibile perché il “parlare” di Dio alle anime è molto più profondo, più costante, più presente e più accattivante di quanto possa esserlo quello di un qualsiasi essere umano. Egli solo ha creato la nostra anima. Egli continuerà a crearla in ogni momento della sua esistenza senza fine. Egli è dunque vicino ad essa in ogni momento, anche molto più dei suoi genitori che si limitano a mettere insieme il suo corpo – i cui elementi materiali per essere dipendono solo da Dio. E la bontà di Dio è ugualmente dietro, dentro e sotto ogni cosa buona che l'anima possa mai godere in questa vita, e l'anima in fondo è consapevole che tutte queste cose buone sgorgano dall'infinita bontà di Dio. “Taci”, dice Sant'Ignazio da Loyola a un minuscolo fiore, “Io so di chi stai parlando”. Il sorriso di un bambino, lo splendore quoti diano della natura in ogni momento del giorno, la musica, le nubi come capolavoro di pittura per tutta la giornata, e così via – anche se amati di un amore profondo, dicono all'anima che c'è qualcosa di più, o – Qualcuno.
“In Te, o Signore, ho sperato, che io non sia confuso in eterno” (Sal. XXX, 2)
Kyrie eleison.
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Numero CCLIV (254) - 26 maggio 2012
Sono stati scritti interi libri a proposito della libertà religiosa, com'è insegnata dal Vaticano II nella sua Dichiarazione del 1965, Dignitatis Humanae . Eppure l'insegnamento rivoluzionario di questo documento è chiaro: data la dignità naturale di ogni singolo essere umano, nessuno Stato o gruppo sociale né qualsivoglia potere umano può costringere o forzare un uomo o un gruppo di uomini ad agire, in privato o in pubblico , contro la propria convinzione religiosa, fintanto che venga rispettato l'ordine pubblico (DH # 2).
Di contro, la Chiesa cattolica ha sempre insegnato, fino al Vaticano II, che ogni Stato in quanto tale ha il diritto e anche il dovere di impedire ai proprio cittadini di praticare in pubblico qualsiasi falsa religione, cioè ogni religione non cattolica, purché tale costrizione sia utile e non dannosa per la salvezza delle anime. (Ad esempio, nel 2012 la libertà è così ampiamente venerata che una tale coercizione scandalizzerebbe i cittadini di quasi tutti gli Stati e finirebbe col far disprezzare e non apprezzare la religione cattolica. In questo caso, come ha sempre insegnato la Chiesa, lo Stato può astenersi dall'usare il suo diritto di impedire la pratica delle false religioni).
Ora, il punto esatto su cui queste due dottrine si contraddicono può sembrare piuttosto limitato – se uno Stato possa o meno impedire la pratica pubblica delle false religioni – ma le sue implicazioni sono enormi: Dio è il Signore o il servo degli uomini? Infatti, se per un verso l'uomo è una creatura di Dio ed è sociale per natura (infatti gli uomini si mettono insieme in ogni tipo di associazione e specialmente negli Stati) anche le società e gli Stati sono creature di Dio, tali che devono servire Lui e la Sua unica vera religione, reprimendo in ogni modo le false religioni nel pubblico dominio (che è di competenza dello Stato), fintanto che aiutano così e non ostacolano la salvezza delle anime.
Per altro verso, se la libertà umana è un valore tale che ogni individuo debba essere lasciato libero di corrompere i suoi concittadini con la pratica pubblica e il proselitismo di qualsivoglia falsa religione (salvo che non disturbi l'ordine pubblico), per cui questa falsa religione debba essere libera di fiorire nel dominio pubblico (come accade oggi per esempio per le sette protestanti nell'America Latina), allora la differenza tra le false religioni e l'unica vera religione è meno importante della dignità umana. Cioè la vera religione non è poi così importante; il valore di Dio paragonato al valore dell'uomo non è poi così importante. Tale che il Vaticano II come sottovaluta Dio così sopravvaluta l'uomo, rimpiazzando in definitiva la religione di Dio con la religione dell'uomo. Nessuna meraviglia che Mons. Lefebvre abbia fondato la Fraternità San Pio X per s ostenere la dignità e il valore trascendenti di Dio, di Nostro Signore Gesù Cristo, in un mondo e in una Chiesa impazziti, ubriacati dalla dignità dell'uomo.
Ed ecco che ai primi del mese un capo religioso dichiara pubblicamente: “Molta gente ha una comprensione del Concilio che è una comprensione sbagliata”. La libertà religiosa, dice, “è usata in vari modi. A ben guardare, ho davvero l'impressione che non molti conoscano cosa il Concilio dica realmente su di essa. Il Concilio presenta una libertà religiosa che è molto, molto limitata: molto limitata”. Alla domanda se lo stesso Vaticano II, nell'insieme, appartenga alla Tradizione cattolica, risponde: “Vorrei sperarlo”.
Voi stessi potete ascoltare questa intervista, rilasciata in inglese e accessibile su YouTube sotto il titolo “Traditionalist leader talks about his movement, Rome”. C'è da sorprendersi se il “suo movimento” sta attraversando la più grave crisi dei suoi 42 anni di esistenza?
Kyrie eleison
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Numero CCLII (252) - 12 maggio 2012
Ma se Roma offre alla Fraternità San Pio X tutto quello che essa vuole, perché la FSSPX deve rifiutare? Apparentemente ci sono dei cattolici che credono ancora che un accordo pratico che soddisfi tutte le richieste pratiche della FSSPX, dovrebbe essere accettato. Così, perché no? Perché la FSSPX venne costituita da Mons. Lefebvre non per se stessa, ma per il bene della vera Fede cattolica, minacciata dal Vaticano II come mai era accaduto prima. Ma vediamo qui perché le autorità della Neo-Chiesa tenteranno un accordo pratico, mentre invece la FSSPX deve rifiutarlo, quale che sia.
La ragione sta nel fatto che la Neo-Chiesa è soggettivista, e qualunque accordo meramente pratico implicherebbe che il soggettivismo è vero. Secondo la nuova religione conciliare, i dogmi della Fede non sono verità oggettive, ma simboli che servono ai bisogni soggettivi ( Pascendi , 11-13, 21). Per esempio, se la mia insicurezza psicologica è attenuata dalla convinzione che Dio s'è fatto uomo, per me l'Incarnazione è vera, nel solo senso possibile della parola “vero”. Quindi, se i tradizionalisti hanno bisogno della vecchia religione, allora questa per loro è vera, e si può anche ammirare come essi si aggrappino alla loro verità. Ma per correttezza essi devono convenire che noi Romani abbiamo la nostra verità conciliare, e se non possono fare questa concessione, allora sono insopportabilmente arroganti e intolleranti, e noi non possiamo permettere simili divis ioni nella nostra Chiesa dell'amore, amore, amore.
Così, la Roma neo-modernista sarebbe felice per un qualsiasi accordo pratico col quale la FSSPX rinuncerebbe anche solo implicitamente alla sua radicale pretesa all'universalità e all'obbligatorietà della “sua” verità. Invece la FSSPX non può essere felice per un qualsiasi accordo che, nei fatti più che nelle parole, negherebbe l'oggettività della “sua” religione di 20 secoli. Essa non è affatto la “sua” religione. Per addivenire ad un accordo con i soggettivisti bisogna smetterla di insistere con l'oggettività. Se si insiste con l'oggettività, non si può accettare alcun elemento di quelli proposti dai soggettivisti, a meno che essi non rinuncino al loro soggettivismo.
Questi Romani non stanno facendo niente del genere. Una prova ulteriore della loro decisa insistenza nella loro nuova religione ci viene dalle loro recenti “Note sulle conclusioni della visita canonica dell' Istituto del Buon Pastore” , della Francia. I lettori ricorderanno che questo Istituto fu uno di quelli eretti dopo il Concilio per consentire che il cattolicesimo tradizionale fosse praticato sotto l'autorità romana. Come si può vedere, Roma può attendere alcuni anni prima di chiudere la partita, per assicurarsi che il povero pesce sia ben attaccato all'amo, ma poi-
Le “Note” chiedono che il Vaticano II e il Catechismo del 1992 della Neo-Chiesa, vengano inclusi negli studi dell'Istituto. L'Istituto deve insistere sulla “ermeneutica del rinnovamento nella continuità”, e deve smetterla di considerare il Rito Tridentino della Messa come suo rito “esclusivo” per la celebrazione. L'Istituto deve immettersi nella vita ufficiale della diocesi con “spirito di comunione”. In altre parole, l'Istituto tradizionale deve smettere di essere così tradizionale se vuole appartenere alla Neo-Chiesa. Cosa si aspettava l'Istituto? Per mantenere la Tradizione dovrebbe rimettersi fuori dall'autorità della Neo-Chiesa. È una cosa possibile? C'è da dubitarne. Hanno voluto farsi inghiottire dal mostro conciliare. Ora questo li sta digerendo.
E allora perché, in nome del Cielo, le cose dovrebbero andare diversamente con la FSSPX? Questa volta la tentazione di Roma può essere respinta dalla FSSPX, ma non ci si faccia alcuna illusione: i soggettivisti possono fare avanti e indietro pur di sbarazzarsi di quella oggettiva verità e di quella Fede oggettiva che costituiscono un permanente rimprovero per le loro insensatezze criminali.
Kyrie eleison.
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