Nasce l'Europa, si dà una Costituzione, ma milioni di
europei sentono di colpo che l'Europa non è più la loro patria.
I costituenti infatti la fondano togliendole la spina dorsale della sua storia,
la linea più condizionante, la storia più europea nel senso
di più italiana, francese, tedesca, inglese, spagnola e così
via. Le lasciano un¹altra storia, più compatibile non con quello
che l'Europa è, e con le nazioni che la formano, ma con le nazioni
che potranno entrare a farne parte, in particolare Israele e Turchia. La costituzione
toglie l'Europa agli europei, la dà ai non europei. L'Europa che si
legge nel Preambolo della Costituzione è de-cristianizzata, e perciò
de-europeizzata, per lo scrupolo di renderla più compatibile col mondo
non cristiano e non europeo. Il Preambolo cita fra le eredità ancora
influenti sulla coscienza europea la civiltà greco-romana e la civiltà
dei Lumi, ma salta a pié pari tutto il ruolo-guida del cristianesimo,
come se non fosse stato il c ristianesimo ad interpretare, correggere e sostituire
la civiltà romana, a mitigare e civilizzare i regni barbarici, a conservare
la cultura, gli studi, i libri nelle epoche delle invasioni, ad affiancare
e guidare le monarchie, a combattere le morali degli stati autocratici, ad
impiantare nelle coscienze umane il principio che il giusto vien prima del
forte, che il povero-giusto trionferà in eterno, mentre il potente-iniquo
perderà tutto di tutto. Quando entreranno a far parte dell'Europa,
se così vorrà la storia (non sempre vuole ciò che noi
vogliamo), la Turchia e israele, estraendo dal bagaglio che portano nella
nuova patria comune il nucleo centrale della loro storia, cioè islamismo
ed ebraismo, sarà come se in Europa entrassero stati fantasma. Va da
sé che faranno questo passo appoggiandosi alla loro tradizione religiosa,
come alla forza che li ha tenuti saldi, ne ha impedito la disgregazione, gli
ha dato un'unità mentre erano dispersi per il mondo, e un perno lungo
i secoli. D'altra parte il loro entrare in Europa non sarà, e nessuno
vuole che sia, una perdita d'identità. Ma se il Preambolo resta questo,
chi nel frattempo si svuota della propria identità è l'Europa
che li aspetta. Gli storici hanno spesso parlato di quelle che ora sono le
nazioni-guida della nuova Europa come nazioni dalle rivoluzioni bloccate,
perché dominate da una rivoluzione perenne, che tutte le inglobava
e le mitigava. Perfino il comunismo, ultima rivoluzione totale del mondo,
fu da noi e in tutta Europa occidentale importato dopo essere stato depurato
dei suoi aspetti massimalistici, il potere attraverso la violenza, la dittatura
di una classe sulle altre, l'oppressione, perché qui faceva i conti
col cristianesimo, doveva venire a patti, rigenerarsi. Perfino l'americanismo,
che è la nuova imposizione di un impero mondiale basato sulla supremazia
economica, e che vuole diventare la guida unica della storia, trova un'altra
guida nella contestazione cristiana, che gli contrappone altri valori, altri
scopi, altri concetti d'umanità e di relazione tra i popoli. Un' Europa
che nasce per diventare la Nuova America, ha nel cristianesimo una fonte d'insegnamenti
più recente e più ricca della civiltà greco-romana e
dei Lumi. Si può riconoscerlo mettendo un semplice inserto, là
dove si citano le eredità religiose, e cioè aggiungere specialmente
cristiane. Diversamente sarà anche vero che turchi e israeliani potranno
sentire nell'Europa la loro nuova patria. Nel frattempo però la patria
sarà tolta a noi europei