Nella nebbia di menzogne che ci avvolge, è sempre difficile vederci chiaro.
Si fa fatica a comprendere chi sia l'amico e chi il nemico.
Si pensi inoltre che la tattica della disinformazione è forse l'unica vera "ARTE" di quella mafia ebraica che tiranneggia il mondo occidentale.
Ad ogni modo, anche se esistono delle attenuanti, dobbiamo chiedervi scusa: ci siamo proprio sbagliati.
Al-Jazeera, la televisione satellitare del Qatar, lavora solo ed esclusivamente per DISINFORMARE.
Quella TV, e la sua concorrente "Al Arabja", non fanno altro che mostrarci filmati e registrazioni sonore attribuite al fantomatico Al Zarqawi. Prima, facevano lo stesso con Bin Laden, o con il "mullàh Omar", personaggio, quest'ultimo, di cui non si conosce nemmeno il ...volto...
Il nemico delle forze armate USraeliane viene sempre mostrato nell'atto di trucidare a freddo, decapitare, minacciare, od inveire con proclami deliranti...
Mai, ripeto, MAI Al-Jazeera si è domandata quanto ci fosse di vero nelle continue e sempre generiche "rivendicazioni" di Al Zarqawi. Una rivendicazione è credibile SOLO ED ESCLUSIVAMENTE se presenta dei riscontri. Senza prove, in un sito internet, chiunque può rivendicare, ad esempio, di essere l'autore della distruzione di Cartagine... Mai, ripeto MAI Al-Jazeera ha messo in dubbio l'esistenza di questo fantomatico terrorista, che rivendica operazioni di resistenza armata per demonizzarle, dopo aver mostrato davanti alle telecamere (...di Hollywood) la sua abilità decapitatoria...
Ma l'inganno, almeno per gli iracheni e per gli iraniani è oramai finito.
In Iraq anche le pietre sanno che Al Zarqawi è una invenzione della propaganda di guerra USraeliana. Addirittura i MOOODERATISSIMI "ulema" (= giurisperiti religiosi) sunniti hanno proclamato al popolo la verità. Per questo alcuni di essi sono stati assassinati per mano di FINTI sciiti, in realtà sicari americani, ed altri si trovano rinchiusi nel famigerato carcere di Abù Ghraib...
In Iran, il più importante quotidiano, il Tehran Times, ha pubblicato un articolo nel quale svergogna l'attività disinformativa della TV dell'emirato del Qatar. Nell'articolo, si fa notare come, sin dai tempi della guerra in Afganistan, la TV in questione sia sùbito diventata la tribuna dei Talebani e di Al Qaeda, dando al mondo l'impressione che quello fosse il vero islam... quando poi, sia Al Qaeda che i Talebani, sono entità ORGANICHE alla C.I.A. Oggi nulla è cambiato: l'eroica Resistenza irachena viene dipinta sempre con l'immagine disonorevole dell' Al Zarqawi di turno. Sempre svilendo, soggettivizzando e personalizzando, quella che, in realtà, è la guerra di un popolo intero.
Ciò che la nostra propaganda ci mostra, per mezzo di Al Arabja e di Al Jaseera, è sempre il volto di fanatici religiosi, che, con incredibile tempismo, danno sempre una mano a Bush con qualche "bella" decapitazione filmata, o con qualsiasi altra efferatezza, buona solo per essere deplorata da qualsiasi ben pensante.
Naturalmente questo meccanismo funziona solo se l'opinione pubblica è tenuta completamente a digiuno della realtà delle cose.
Nell'articolo del Tehran Times sopra citato, si fa notare anche come, questa immagine distorta e caricaturale dell'islam, giovi, in ultima analisi, soprattutto ad ...israele... e si conclude dicendo che Al Jaseera è completamente asservita alle esigenze dei servizi segreti israeliani.
In ultimo vogliamo segnalare uno dei compiti "accessori" delle TV Al Arabja ed Al Jaseera. Pare proprio che queste lavorino anche al fine di dividere i musulmani sunniti da quelli sciiti. Tutto questo, ovviamente, per facilitare il compito alle truppe USraeliane in Iraq, ma anche per aiutare israele nella sua lotta contro gli arabi.
Che dire... dopo il "nazionalismo di servizio", anticomunista ieri ed antimusulmano oggi, i nemici di Dio hanno già creato il "panarabismo di servizio"...
E si! Proprio così... non per nulla le due TV in questione si definiscono ..."PANARABE"...
L'unica autentica possibilità di riscatto non viene da nessun nazionalismo, né da alcun paneuropeismo, ma, lo ribadiamo, dal Regno sociale di Cristo.